La partita di Bergamo aveva dato nuovamente fiducia e speranza a tutto il popolo napoletano. Un 1-2 di concretezza, concentrazione e tanta determinazione. Una partita da campioni d’Italia in carica, cinici, freddi ma sempre spettacolari sul piano del gioco, mai realmente abbandonata l’impostazione Spallettiana. Poi però l’abisso profondo, l’incapacità di diventare spietati quando necessario, come nel caso della gara del Bernabeu contro il Real Madrid o ancora contro un Inter spietata e vogliosa, fino all’ennesima disfatta di ieri sera.
Il nuovo Napoli di Walter Mazzarri ha un’identità, ha un’idea di gioco, ma a mancare sembra essere la fame. E nella serata di ieri contro la Juventus non sono mancati gli errori sottoporta, risultati letali al termine del match giocato all’interno dell’Allianz Stadium. Se Kvaratskhelia avesse messo dentro quel magnifico pallone di Osimhen, la storia della partita sarebbe stata un’altra ma si sa, i se e i ma non portano da nessuna parte.
Sembrava quasi che Mazzarri avesse dato vigore alla rosa napoletana spenta e reduce dall’esperienza disastrosa con la gestione Garcia, e invece così non è stato. Dopo un’iniziale vittoria tre sconfitte di fila. Da capire se il mister toscano riuscirà a recuperare le redini di un gruppo che sembra aver perso le proprie convinzioni specialmente contro le big.
Foto: LaPresse
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