Un’altra settimana è passata e, a poco meno di venti giorni dalla fine del 2023, la stagione calcistica in corso si sta avvicinando al proprio giro di boa. Se i campionati nazionali sono sempre più vicini alla conclusione del rispettivo girone d’andata, nelle coppe europee è arrivato il momento dell’ultima giornata della fase a gruppi per l’ultimo impegno continentale dell’anno solare. Nel weekend appena trascorso, il CT della Nazionale Luciano Spalletti ha potuto ammirare alcune prestazioni degne di nota, nel bene e nel male, compiute da parte di alcuni giocatori azzurri. Andiamo a vedere chi ha convinto di più, e chi invece non è piaciuto, nel fine settimana ormai messo in archivio.
CHI SALE
FEDERICO GATTI (Juventus) – E’ il difensore centrale più prolifico del campionato italiano e, ancor più importante, le sue reti sono sempre decisive in qualche modo. Nel big match contro il Napoli, un suo colpo di testa ha deciso la partita, consegnando nuovamente il massimo della posta ai bianconeri dopo la sfida di Monza. Ma i gol non sono l’unico fattore positivo del suo momento magico: tutto parte dall’atteggiamento messo in campo, grintoso e voglioso di primeggiare, tipico dei giocatori cresciuti nelle categorie inferiori, che ha portato il classe 1998 dalla Serie D a vestire la maglia della compagine più vincente d’Italia.
DESTINY UDOGIE (Tottenham) – Militando in Inghilterra, le sue prestazioni sono analizzate con minor attenzione. Da inizio stagione, l’ex Udinese ha saltato solamente due partite di campionato (una per squalifica), venendo schierato spesso come titolare da Ange Postecoglou sulla fascia sinistra, mettendo a referto due assist e, nell’ultima sfida con il Newcastle, il primo centro della carriera in Premier League. Velocità, forza e capacità d’inserirsi le qualità migliori del 21enne veronese che, in Nazionale, si spera potrà avere spazio per potersi mostrare anche con la maglia azzurra.
GIACOMO BONAVENTURA (Fiorentina) – Fa ormai più notizia il fatto che non finisca nel tabellino dei marcatori che il contrario. Un’altra prestazione di qualità e sostanza in un campo tosto come l’Olimpico contro la Roma si iscrive all’elenco di una stagione sin qui pazzesca per il 34enne marchigiano. Con i giallorossi, l’ex Milan ha dominato in mezzo al campo, dando sempre il via alle azioni della propria squadra da regista arretrato, alternando questo compito agli inserimenti in area di rigore, dove il trequartista si fa sempre notare.
CHI SCENDE
GIANLUCA MANCINI (Roma) – Con la Fiorentina si è vista la sua solita versione: efficace nelle uscite, ma eccessivamente nervoso e scontroso. In più, è in parte responsabile della rete messa a segno da Martinez Quarta, visto che si perde il difensore argentino in piena area di rigore. Il vero problema per il vice-capitano giallorosso è che, in questo momento, ci sono centrali difensivi azzurri più affidabili dal punto di vista del comportamento e della disciplina, considerando che l’ex Atalanta in ogni partita rischia sempre di esser sanzionato dall’arbitro.
DAVIDE CALABRIA (Milan) – Il capitano rossonero ha avuto una serata da incubo nell’ultimo match con l’Atalanta, perso per 3-2 dalla sua squadra. Il terzino si è reso a suo malgrado protagonista nei dieci minuti finali dell’incontro, facendosi ammonire due volte e lasciando la squadra in inferiorità numerica, che poi subirà la rete decisiva di Muriel. Il classe 1996 non può più permettersi queste “uscite a vuoto”, sia per la sua squadra, sia se vorrà rimanere in Nazionale, visto che sulle fasce l’Italia ha abbastanza elementi su cui poter puntare.
MATEO RETEGUI (Genoa) – In una giornata di miseria per i centravanti azzurri, il 24enne nato a San Fernando (Argentina) è colui che ha deluso di più. L’attaccante del Grifone è stata completamente oscurata dalla retroguardia brianzola, la quale gli ha concesso pochissimo in area. Inoltre, nell’unica vera chance avuta tra i piedi, l’ex Tigre non è stato capace di centrare la porta con una conclusione da brevissima distanza, con Di Gregorio già battuto. E’ rientrato da poco dal problema al ginocchio, e il tempo per convincere Spalletti c’è, ma per farlo il classe 1999 dovrà iniziare a segnare di più.
Foto: Lapresse
Continua a leggere le notizie di OA Calcio e segui la nostra pagina Facebook
