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Perché Barcellona-Napoli non si gioca al Camp Nou? Lo stadio del ritorno di Champions League

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Viaggio in Spagna per il Napoli di Walter Mazzarri. Gli azzurri si ritroveranno contro il Barcellona per la terza volta negli ultimi cinque anni in una fase ad eliminazione diretta di una coppa europea, questa volta sarà in Champions League come accadde nel 2019/2020. La squadra di Xavi non sta attraversando un periodo florido, visto il terzo posto in Liga a sette punti dalla vetta. Forse è dovuto anche alla mancanza dello storico Camp Nou.

Lo scorso giugno sono iniziati i lavori di demolizione e ricostruzione dello storico impianto, inaugurato nel 1957 e che stava ormai iniziando a sentire il peso degli anni. Un’opera che fa parte del progetto di riqualificazione denominato “Espai Barça”, che prevede anche la realizzazione del nuovo Palau Blaugrana, la casa della squadra di basket.

Un lavoro da 900 milioni di euro, che permetterà però al Barcellona di ritornare a casa propria nella prossima estate (nonostante i lavori termineranno completamente nel 2025-2026) passando da oltre 99.000 posti a 111.000, tutti coperti, diventando così lo stadio più grande d’Europa. Soltanto il Rungrado 1st of May Stadium di Pyongyang, in Corea del Nord, vanta una capacità maggiore.

Ma intanto si è posto il quesito su dove il Barcellona avrebbe dovuto disputare le proprie partite. Non ci si è spinti troppo lontani: i blaugrana hanno messo tenda allo Stadio Olimpico Lluis Companys, meglio conosciuto come Stadio di Montjuic o Stadio Olimpico di Monjuic; costruito nel 1927, ha ospitato le Olimpiadi del 1992 e per dodici anni, dal 1997 al 2009, è stata la casa dell’Espanyol. Un bel ricordo per il calcio italiano: su questo campo venne disputata la fase finale degli Europei Under 21 1996, vinti dagli azzurri di Cesare Maldini ai calci di rigore proprio contro la Spagna.

Foto: LaPresse

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