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Serie A

Perché l’Atalanta è accusata dal CT del Mali? Cos’è successo e il caso Touré

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La Coppa d’Africa inizierà la prossima settimana in Costa d’Avorio per decretare chi sarà a succedere al Senegal nell’albo d’oro. Come spesso accade a causa della sua posizione in calendario, nel mese di gennaio, molti giocatori militanti nei campionati europei non sono più a disposizione delle loro squadre, limitando così le rose. Ma nelle ultime ore è nato un piccolo caso, riguardante l’attaccante dell’Atalanta El Bilal Touré.

Acquisto più costoso della storia della Dea con i suoi 31 milioni, il calciatore non è ancora riuscito a debuttare ufficialmente con la maglia nerazzurra a causa della rottura del retto femorale patito in estate. Un problema fisico che sulla carta lo avrebbe escluso dalle convocazioni del Mali in vista della Coppa d’Africa, ma il commissario tecnico Eric Chelle non è affatto convinto.

In conferenza stampa il CT del Mali non è stato per nulla tenero con il comportamento dell’Atalanta, accusando la società bergamasca di aver impedito ad El Bilal Touré di iniziare gli allenamenti con la squadra con l’obiettivo di non farlo convocare per la Coppa d’Africa: “L’Atalanta ha fatto di tutto per impedirgli di iniziare gli allenamenti collettivi ed è un mese che non abbiamo loro notizie. Mi riservo con la mia Federazione di intervenire a livello legale“.

Parole forti da parte di Chelle, con l’Atalanta che però non si è ancora riservata di rispondere a queste accuse. Al momento non ci sono ancora notizie ufficiali del ritorno in campo del maliano, fermo ormai da quattro mesi. Fine gennaio potrebbe però essere la data giusta per poterlo ammirare in campo, con l’attesa trepidante dei tifosi della Dea.

Foto: LaPresse

 

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