Roma-Verona, l’anticipo del sabato sera delle ore 18 di una spezzettatissima 21esima giornata della Serie A 2023-2024. All’Olimpico i giallorossi di Daniele De Rossi sfidano i gialloblu di Marco Baroni. Ecco le pagelle del match.
PAGELLE ROMA-VERONA 2-1
ROMA
Rui Patricio 5 – L’errore sul gol messo a segno da Folorunsho è evidente e pesante. Non ha meriti sul rigore sbagliato da Djuric.
Karsdorp 6,5 – Si propone in avanti mettendoci anche tanta volontà e tanto pressing per aiutare la squadra ad alzarsi nei momenti di difficoltà.
Llorente 5,5 – Conduce una buona partita sino al momento della ripresa in cui non causa un rigore che poi Djuric spreca. Da lì va in tensione finendo la gara “sulle uova”.
Huijsen 6 – Tiene bene mettendoci attenzione e fisicità. Nel primo tempo va anche vicino al gol.
Spinazzola 6,5 – Un problema fisico lo ferma dopo meno di trenta minuti. Peccato, perché sembrava in palla (28′ Kristensen 6 – Non riesce a dare lo stesso apporto dell’esterno italiano. Si barcamena in qualche modo)
Bove 6,5 – Lotta, pressa, protegge la difesa e quando può porta avanti la palla. Leader emotivo della Roma.
Paredes 5,5 – Parte bene tenendo il comando delle operazioni, poi però si spegne venendo anche ammonito.
Pellegrini 7 – Mette a segno un gol e si fa trovare pronto quando c’è da dare sprint alle iniziative romaniste, in particolar modo nella ripresa.
Dybala 6 – Le condizioni fisiche non perfette ancora lo condizionano. Fa quello che può, ma col freno a mano tirato (57′ Zalewski 6 – Quando entra la Roma è ancora sopra di due gol, ma c’è già clima battaglia. Lui capisce subito che dovrà dare il massimo soprattutto in fase di interdizione).
El Shaarawy 7 – Ci mette lo zampino in tutte le azioni più importanti della Roma, compreso l’assist per il primo gol di Lukaku e il tocco a contrasto che libera Pellegrini per il raddoppio capitolino (81′ Belotti sv).
Lukaku 7 – Il primo gol della Roma di De Rossi è suo. Segna, raccorda e ci mette il fisico anche per un Dybala a “scartamento ridotto”.
All. Daniele De Rossi 6,5 – La sua Roma parte con una vittoria ed era questo che gli serviva. Bene nel primo tempo, spenta e poi impaurita nella ripresa. Contava vincere e l’ha fatto insieme ai suoi.
VERONA
Montipò 6 – Sui gol subiti non può nulla. Per il resto svolge tranquillamente l’ordinaria amministrazione.
Tchatchoua 4,5 – Nella sua zona di competenza, la Roma trova un’autostrada per creare occasioni e andare in porta facilmente.
Magnani 5,5 – Non del tutto sufficiente. Soffre fisicamente la spigolosità di Lukaku e i tagli dei trequartisti giallorossi. Nella ripresa si aggiusta un po’, sempre comunque andando un po’ in difficoltà.
Dawidowicz 5,5 – Come Magnani, soffre l’avvio sprint della Roma non trovando a pieno la quadratura per offrire una prestazione solida.
Cabal 6 – E’ il migliore della difesa. Ci mette gamba per chiudere i tanti pericoli che arrivano dalle sue parti.
Serdar 5,5 – La sua impermeabilità funziona a tratti. Più momenti di down che di up.
Folorunsho 7 – Dopo un primo tempo di assestamento si scatena nella ripresa segnando e creando pericoli a raffica con le sue progressioni.
Saponara 5 – Viene sostituito per inconsistenza. Non si accende mai (77′ Cruz 6,5 – Frizzante! Si accende in un secondo diventando nell’arrembaggio finale degli scaligeri uno dei pericoli principali per il fortino giallorosso).
Suslov 6 – Prova le iniziative sempre e comunque, anche se a volte sbaglia e a volte predica nel deserto.
Mboula 5,5 – Paga dazio per tutti venendo sostituito alla fine del primo tempo (46′ Bonazzoli 6 – In attacco la sua vivacità ha smosso qualcosa. Forse andava inserito dall’inizio).
Djuric 5 – Lotta, si procura un rigore che potrebbe riaprire anzitempo il match rispetto al gol di Folorunsho, ma poi lo sciupa tirando in maniera orrenda dal dischetto (77′ Henry 5.5 – Non riesce a dare un apporto importante venendo inghiottito, nel finale, dalla difesa giallorossa).
All. Marco Baroni 6 – Il suo Verona mostra comunque di lottare e, nonostante tutto, di credere alla salvezza. Anche oggi pesa sul risultato un rigore sbagliato. La squadra c’è.
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