Il Napoli non sta vivendo la stagione che sognava con il tricolore sul petto. Due cambi di allenatore, pochi gol e troppi punti persi per strada hanno messo i campioni d’Italia in una posizione difficile, al nono posto in classifica e con la possibilità di non centrare nemmeno l’Europa.
La roboante vittoria con il Sassuolo ha quantomeno ridato un po’ di speranza e fiducia. La fortuna degli azzurri è che le zone europee sono almeno abbastanza vicine: il Bologna quarto in classifica è lontano otto lunghezze, distacco ampio ma ancora colmabile, il posto ufficiale per l’Europa League, il quinto, è a sei punti mentre quello per la Conference League, il sesto, è -4. Diverso il discorso se la Coppa Italia venisse vinta da una squadra già in Europa, con il settimo posto (ad un solo punto) che significherebbe qualificazione alla terza competizione continentale.
Ma cosa succederebbe se il Napoli non dovesse qualificarsi per l’Europa dopo tredici anni? Aurelio De Laurentiis dovrebbe ricalibrare leggermente verso il basso le ambizioni dei partenopei senza gli introiti della Champions League: ricordiamo che nelle tasche della società sono entrati già oltre sessanta milioni di euro. Altrimenti bisognerebbe essere pronti come minimo ad una cessione pesante, se non anche due.
Quella di Victor Osimhen sembra praticamente sicura. Il numero 9 ha nel suo contratto una clausola di 130 milioni che permetterebbe agli azzurri di avere un bel tesoretto a disposizione per il calciomercato. Ma forse potrebbe non bastare, e le sirene su Khvicha Kvaratskhelia si farebbero abbondantemente sentire: se dovessero arrivare offerte a otto zeri anche per il georgiano, il Napoli potrebbe vacillare.
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