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Retegui vince la sfida dei gol con Raspadori. Pellegrini, Barellasplendenti

Nicolò Barella

In archivio le due amichevoli dell’Italia negli Stati Uniti. Arrivano due successi con Venezuela ed Ecuador in due partite utilizzate più che altro per varare un nuovo modulo, il 3-4-2-1, ed oliare i meccanismi per arrivare agli Europei con la consapevolezza di potersi affidare a due differenti scacchieri. Ma che cosa ci ha detto questa settimana statunitense?

In primis, che Mateo Retegui è affamato. Affamato di gol: il centravanti del Genoa ha quella capacità innata da predone d’area che manca da tanto, troppo tempo nel nostro calcio, e per una squadra che negli ultimi anni ha creato tanto ma fatto fatica a concretizzare è qualcosa che può essere vitale.

Proprio in virtù di questo potrebbe aver messo una o due stellette sulla sua candidatura in luogo di Giacomo Raspadori. Il giocatore del Napoli è sicuramente più associativo rispetto a Retegui, ma pare difettare di quell’istinto sotto porta che servirebbe: possibile anche l’impiego di entrambi, nello stesso momento. Ma se dovessimo pensare a un nove titolare agli Europei, forse per ora la bilancia tende verso il Chapita.

Che dire ancora di Nicolò Barella? Contro l’Ecuador è stato nuovamente protagonista di una prestazione a tutto tondo, ringhiando sulle caviglie degli avversari e trascinando la manovra offensiva con il suo movimento perpetuo, trovando anche il gol con un delizioso pallonetto. Il nono in azzurro, come Totti: chi dice che il calciatore dell’Inter sia solo garra e grinta?

Chiusura per Lorenzo Pellegrini, che ormai è in uno stato di grazia permanente. Dall’arrivo di Daniele De Rossi in panchina è tornato ad essere quel calciatore pieno di estro e capace anche di offrire un gran contributo in termini di reti segnate. La cannonata che ha aperto la sfida con l’Ecuador con il numero 10 sulle spalle è un segnale: se continuasse così, difficile davvero sradicarlo dal campo.

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