Per Roberto Mancini la strada verso il Mondiale è bella lunga. Dopo essersi messo alle spalle la brutta campagna in Coppa d’Asia, chiusa mestamente ai rigori agli ottavi di finale contro la Corea del Sud, c’è da pensare alle qualificazioni ai prossimi Mondiali. Per cui c’è da buttare ancora un bel po’ di sudore.
In questa tornata per le Nazionali, la sua Arabia Saudita ha raccolto un successo ed un pareggio per 1-1 contro il Tagikistan: il gol di Soirov all’80’ ha spento l’entusiasmo dei Figli del Deserto, ma nel girone G sono primi con 10 punti, tre in più della Giordania e cinque proprio sugli avversari di ieri. Basta dunque un punto per accedere alla terza fase.
In cui si ci giocano i primi sei posti per il continente asiatico: tre gironi da sei squadre in cui le prime due di ogni raggruppamento avranno la certezza del pass per il prossimo Mondiale tra Canada, Messico e Stati Uniti. Per terze e quarte ci sarà però un’altra opportunità, con due altri raggruppamenti e due posti per il Mondiale 2026, per poi avere uno scontro fra le due seconde della quarta fase per accedere allo spareggio intercontinentale.
La strada è ancora lunga dunque. Ma la sfida di Mancini è principalmente quella di costruire un movimento calcistico degno di tale nome. Dopo le prime crepe arrivate con le convocazioni alla Coppa d’Asia, con tre giocatori letteralmente esclusi, sta cercando di mettere su le condizioni per far sì che il calcio arabo possa diventare autosufficiente ed una potenza in Asia. E la federazione saudita sembra saperlo.
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