Il tempo scorre e gli Europei si avvicinano sempre di più. L’Italia cercherà di difendere il successo di tre anni fa a Wembley che ha consegnato agli azzurri il secondo trionfo continentale della storia. Nonostante siano cambiate molte cose, in primis il commissario tecnico con Luciano Spalletti che la scorsa estate ha preso il posto di Roberto Mancini, potrebbe esserci almeno un punto di contatto tra le due Nazionali: Jorginho.
Il regista di origine brasiliana visse un’annata straordinaria nel 2021. Campione d’Europa con la Nazionale ed anche con il Chelsea, vestendo i panni del leader. Sia carismatico che in mezzo al campo, a suon di prestazioni di sostanza e di una percentuale di errore nello smistamento del pallone prossima allo zero. Partita dopo partita divenne addirittura concreta la possibilità di vederlo Pallone d’Oro, arrivando poi terzo nella classifica di France Football.
Ma tre anni dopo le cose sono cambiate. Al momento non ricopre più un ruolo centrale nella propria squadra di club, l’Arsenal. Sono sì 35 i gettoni di presenza per lui in tutte le competizioni, ma poco più della metà iniziando dal primo minuto (19), con una media minuti di quasi quarantotto a partita. Praticamente, un tempo più recupero. Dal post pausa Nazionali Jorginho ha disputato sette partite, di cui quattro da titolare, concludendo solo quella con il Brighton dello scorso 6 aprile.
Nonostante tutto però rimane il favorito per il posto di regista ai prossimi Europei. Per una questione di esperienza, sapendo cosa aspettarsi da una competizione continentale, e anche di gioco, con il palleggio voluto da Spalletti che non appare troppo distante da quello di Maurizio Sarri ai tempi del Napoli, quando Jorginho toccò probabilmente i massimi picchi del suo gioco. Ma anche per una questione di ricambio generazionale: a parte Manuel Locatelli, il suo erede sembra non essere ancora sbocciato. E dunque, affidiamoci alla… versione originale.
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