A partire dalle 21.00, allo Stadio Agia Sophia di Atene (Grecia) è iniziata la finale della terza edizione della Conference League. Nella capitale ellenica, si sono sfidati i “padroni di casa” dell’Olympiacos e la Fiorentina di Vincenzo Italiano. La Viola, dopo la sconfitta di Praga con il West Ham risalente alla passata stagione, deve dire anche questa volta addio al sogno di alzare il trofeo continentale. Al 116′, a tempi supplementari quasi scaduti, la rete di El Kaabi ha fissato il punteggio sull’1-0 in favore dei greci, al primo titolo europeo della storia.
PAGELLE OLYMPIACOS-FIORENTINA 1-0
OLYMPIACOS
Kostantinos Tzolakis: 6. Non ha da compiere nessun intervento di grande fattura, ma l’estremo difensore greco si fa trovare pronto nelle occasioni prodotte dalla Fiorentina. Attento nelle uscite e nelle situazioni da palla inattiva.
Rodinei: 5,5. Gli manca quella spavalderia che servirebbe per creare qualche difficoltà agli avversari. Non si vede mai nella trequarti offensiva, nonostante abbia a disposizione diversi metri per attaccare la profondità.
Panagiotis Retsos: 6. Non inizia benissimo, poi dopo lo scontro accusato con Belotti paradossalmente inizia a giocare con maggior lucidità. Entra con estrema decisione su qualsiasi avversario passi nei suoi paraggi, lasciando a loro poco tempo per girarsi.
David Carma: 6. Rispetto al compagno di reparto, commette meno errori e dà più solidità alla propria difesa. Limita il più possibile Belotti, creando molti problemi al centravanti toscano nel gestire il possesso del pallone.
Francisco Ortega: 6. Quasi mai lo si vede alzarsi dalla sua posizione abituale. Il laterale biancorosso non mostra granché qualità tecniche, ma d’altro canto può disporre di una buona corsa e tatticamente sbaglia pochi movimenti. Dal 91′ Quini: 6. Garantisce una discreta solidità difensiva sulla fascia sinistra.
Santiago Hezze: 5,5. Poco presente a centrocampo il giovane centrocampista argentino. Probabilmente sente tanto la pressione che una finale europea può portare, tant’è che non lo si vede spesso con il pallone tra i piedi. Ha il merito di mettere in mezzo il pallone sul quale El Kaabi trova il gol che sblocca il match.
Vicente Iborra: 6. Avendo vinto quattro Europa League in carriera, lo spagnolo sa come ci si deve comportare in queste partite. Bada più alla sostanza, cercando di schermare il più possibile la propria difesa da eventuali sortite centrali degli avversari.
Daniel Podence: 6,5. Prova a creare scompiglio in area di rigore, accentrandosi dalla sinistra per convergere e inventare con il destro. Va vicino al gol nel primo tempo, ma la sua conclusione viene respinta da Terracciano. Dal 106′ Giorgos Masouras: s.v.
Chiquinho: 6. Trova spesso una buona posizione per fare da collante tra centrocampo ed attacco. Non fa intravedere giocate d’altissima qualità, preferendo concretizzare i palloni di cui dispone con giocate semplici ma efficaci. Dal 78′ André Horta: 5,5. Ha caratteristiche più di contenimento rispetto al connazionale. Schierato in una posizione più avanzata non rende al meglio, risultando poco attivo in una zona cruciale del campo.
Kostas Fortounis: 6. Per caratteristiche ricorda molto Podence. Il greco si accentra spesso, giocando particolarmente con il mancino, suo piede preferito. Al contrario del portoghese, non ha chance a disposizione per andare a segno. Dal 72′ Stefan Jovetic: 6. Al grande ex della partita bastano un paio di finte per calarsi nell’atmosfera dell’incontro. Il montenegrino, specialmente nei tempi supplementari, si rende protagonista
Ayoub El Kaabi: 6,5. Partita complicatissima per il giocatore che ha deciso il doppio confronto con l’Aston Villa. Il centravanti marocchino non ha modo di toccare molti palloni, giocandosi con poca lucidità le chance capitategli nel corso del match. Alla prima vera occasione della partita, però, punisce la Viola con una bella incornata di testa, anticipando Ranieri e beffando Terracciano al 116′. Dal 122′ Youssef El-Arabi: s.v.
All. Mendilibar: 6,5. Ancora una volta, si conferma letale in queste competizioni. Dopo aver conquistato l’Europa League con il Siviglia nella passata stagione, il tecnico spagnolo miete un’altra vittima italiana in una finale continentale. I greci sono stati bravi nel chiudere ogni spazio possibile alla Viola, per poi infilare Terracciano sfruttando una delle poche occasioni create nel corso del match.
FIORENTINA
Pietro Terracciano: 6,5. A freddo, dopo pochi minuti dall’inizio del match, è chiamato a respingere la conclusione velenosa di Fortounis. Molto coraggioso nelle uscite, non pensando più di una volta a lasciare i propri pali, prendendosi anche qualche rischio per la sua incolumità.
Dodô: 6,5. Alterna svarioni clamorosi a iniziative di grande qualità. Per sua fortuna, gli errori commessi nella propria trequarti non si tramutano in gol per i biancorossi, mentre nell’ultimo quarto di campo, specialmente nei minuti finali, è una vera e propria spina nel fianco per i greci.
Nikola Milenkovic: 6,5. Prestazione convincente per il serbo. Non soffre particolarmente la presenza di El Kaabi, non concedendogli la possibilità di girarsi e facendo lavorare il centravanti avversario spalle alla porta.
Lucas Martinez Quarta: 6. L’aggressività non gli manca. Non si fa scrupoli ad entrare con decisione sugli avversari, rischiando di risultare sopra le righe. Alza molto il suo baricentro in fase d’impostazione, con il tentativo di pressare il più possibile gli avversari.
Cristiano Biraghi: 6. Il capitano Viola non si scopre moltissimo dalla propria posizione per conferire un maggior equilibrio alla linea difensiva. Scelta azzeccata, considerando che dalle sue parti l’Olympiakos non si rende quasi mai pericoloso. Dal 106′ Luca Ranieri: 5. L’errore in marcatura commesso su El Kaabi, commesso in un momento cruciale del match, costa il trofeo alla Fiorentina.
Giacomo Bonaventura: 5,5. Ha il grande merito di trovarsi nella posizione corretta in molte delle azioni d’attacco della Viola. Non di rado si guadagna l’occasione per concludere verso la porta, ma non riesce mai a calciare con decisione. Dal 82′ Antonin Barak: 6. Prova a fornire soluzioni interessanti nel finale di partita, giocando spesso per le vie centrali del campo.
Arthur Melo: 5,5. Da un giocatore come lui ci si deve aspettare qualcosa in più. Viene colto di sorpresa in un paio di occasioni, perdendo alcuni palloni sanguinosi poi non sfruttati dagli avversari. Non è velocissimo a sviluppare la manovra della Viola. Dal 74′ Alfred Duncan: 5,5. Ingresso non convincente il suo. Prova a garantire muscoli e sostanza al centrocampo viola, ma non è pienamente nel vivo dell’incontro. Inoltre, manca di lucidità nelle fasi finali dell’azione.
Rolando Mandragora: 6,5. Sicuramente non è il più appariscente, ma il suo lavoro sporco è fondamentale per recuperare il maggior numero di palloni possibili. Gioca semplice con il pallone, prendendosi pochi rischi e mantenendo alta la percentuale di passaggi riusciti.
Nico Gonzalez: 5,5. Forse il peggiore in campo della Viola. Non è letteralmente in partita: si fa vedere pochissimo, tocca un numero esiguo di palloni per un giocatore del suo calibro e non incide in nessuna delle azioni più pericolose. Dal 106′ Lucas Beltran: s.v.
Andrea Belotti: 6. La sua più grande qualità, la generosità, non manca al centravanti viola questa sera. E’ sempre invischiato in bagarre vigorose con i difensori avversari, spendendo molte energie fisiche e mentali lontano dall’area di rigore. Dal 58′ M’Bala Nzola: 6,5. Entra in campo con la giusta cattiveria il centravanti ex Spezia. Viene usato dai compagni come punto d’appoggio per costruire la manovra offensiva.
Christian Kouamé: 5,5. Gli manca quel pizzico di cattiveria per poter risultare decisivo. Già nel primo tempo ha a disposizione una buona chance per far gol, ma ciò che gli capita nella ripresa è un’occasione d’oro che l’ivoriano non sfrutta davanti a Tzolakis. Dal 82′ Jonathan Ikoné: 5,5. Combina poco o nulla. Prova a puntare gli avversari partendo dal lato destro del campo, ma il francese non è preciso e perde molti palloni nei pochi minuti in cui è stato impegnato.
All. Italiano: 5,5. Terza finale sotto la sua gestione, terza sconfitta amara. Si conferma l’idiosincrasia della formazione viola quando in ballo c’è un trofeo. Quest’oggi, la Fiorentina non è riuscita ha esprimere il proprio gioco, sia per meriti degli avversari, sia per proprie mancanze. Per quanto visto in campo, i toscani meritavano di giocarsela quantomeno ai rigori, ma il calcio sa come rendersi beffardo e diabolico.
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