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Che indicazioni ha dato Italia-Turchia a Spalletti? Tra modulo, migliori in campo, novità e promossi

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LaPresse

L’Italia prosegue il suo percorso di avvicinamento verso i Campionati Europei di Germania 2024. L’esordio di Dortmund contro l’Albania si avvicina ad ampi passi (15 giugno) e il tempo stringe sempre di più. Agli Azzurri non rimarrà che l’amichevole di domenica 9 giugno contro la Bosnia per saggiare moduli e condizione, in un cammino lastricato di insidie.

Ieri sera la formazione allenata dal commissario tecnico Luciano Spalletti ha impattato 0-0 a Bologna contro la Turchia. Il test più probante dei due in programma doveva dare conferme importanti al gruppo. La sensazione, invece, è che la sfida dello stadio Dall’Ara non abbia fatto vivere una notte serena al nostro selezionatore. I motivi sono molteplici.

In primo luogo la questione legata al modulo. Dopo un percorso di qualificazione impostato sul 4-3-3, Luciano Spalletti quando è salito in sella ha voluto proseguire con quello schema, per poi provare il 3-5-2 (“in stile Inter) nelle due amichevoli statunitensi. Gli infortuni di Acerbi e Scalvini, invece, hanno fatto virare il tecnico toscano verso il 4-2-3-1 di ieri sera.

Dimarco e Di Lorenzo sono stati arretrati dal centrocampo alla difesa e hanno mantenuto un buon livello. I centrali difensivi, Mancini e Bastoni, hanno disputato una partita attenta, mentre chi ha brillato di meno (comunque nel piattume generale) sono stati gli esterni offensivi. Chiesa e, soprattutto, Orsolini e Zaccagni hanno fatto troppo poco. Retegui davanti ha ricevuto pochissimi palloni, con Pellegrini che dà ancora la sensazione di dover trovare il suo posto alle spalle della prima punta. 90 minuti, con tanti cambi nel secondo tempo, che hanno messo in mostra una formazione ancora imballata a livello fisico e che deve ancora trovare il giusto filo conduttore a livello di intensità, gioco e unione d’intenti.

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