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L’Italia ai margini del calcio internazionale: due assenze ai Mondiali e un flop agli Europei, la magia di Wembley è isolata

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Luciano Spalletti

Un miracolo lo abbiamo fatto di sicuro. Ma non solo l’Europeo: tre anni e mezzo giocati alla grande. Capita che si vinca un grande torneo perché in quel mese va tutto bene: non è stato il nostro caso. Dietro c’era un percorso preciso: tante partite importanti, non solo sette”. Parole invecchiate male quelle dell’oramai ex ct dell’Italia Roberto Mancini fuggito di notte verso una meta esotica e ricca, probabilmente consapevole.

Consapevole di non avere più il gruppo bravo e fortunato a cavalcare l’onda di Euro 2020, trascinato da un entusiasmo tipico dei giocatori che vogliono dare tutto in quello che probabilmente è l’ultimo grande torneo della propria carriera. Non è un caso che molti calciatori di quell’Italia oggi non ci siano più o siano volati all’estero per svernare. Non è un caso nemmeno l’assenza consecutiva a due Mondiali di calcio.

Non era mai successo sino ad ora e questo testimonia quanto questo decennio sia il peggiore nella storia della Nazionale. Gli Azzurri visti in Germania a 18 anni di distanza dal trionfo Mondiale non hanno nemmeno un briciolo di personalità e tecnica rispetto a quella squadra. Spalletti si può e si deve bocciare, per le scelte, per il modo di comunicare non sempre efficace e anche per la mancanza di entusiasmo mostrata a tratti.

Ma non si può già pensare di silurarlo, di vederlo lontano dalla Nazionale. 8/9 mesi non sono sufficienti per giudicare un percorso iniziato in salita. Bisognerà attendere per capire se realmente si potrà parlare di una “Fenice Italia” in grado di risollevarsi dalle ceneri.

Foto: LaPresse

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