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La Serie A non è per gli italiani under 21: i giovani italiani che giocano ai vertice e una Nazionale priva di talento

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Logo e pallone Serie A

La Serie A non è più una fucina in grado di sfornare giovani talenti. Si tratta di un dato di fatto. In Italia si fa una fatica abnorme ad affidare le chiavi di una squadra, magari anche prestigiosa, a un ragazzo. Le varie società sparse in giro per la Penisola puntano oramai da tempo, all’usato sicuro.

Si vogliono ottenere risultati istantanei (non sempre raggiunti in realtà), si vuole arrivare sui grandi palcoscenici europei già pronti, senza alibi. Poi però le giustificazioni vanno trovate in Nazionale perché è lì che si ripresenta il conto di gestioni societari scellerate o magari poco avvezze a coltivare talenti.

Concedere a un giovane la possibilità di rendersi protagonista in un torneo anche “solo” continentale, come sta facendo il classe 2007, 17 anni da compiere tra due giorni, Lamine Yamal, è utopia. E allora adagiamoci comodamente su un qualsiasi sostegno perché il lungo spettacolo che ci vedrà ai margini del calcio europeo e non solo, sembrano biblici di questo passo.

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