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L’Italia rischia di non ospitare gli Europei 2032 di calcio? Tra la minaccia dell’UEFA, il decreto sportivo e le parole di Malagò

Gabriele Gravina

L’Italia, insieme alla Turchia, dovrebbe organizzare l’edizione 2032 degli Europei. 38 anni dopo l’ultima manifestazione calcistica internazionale di primo livello, il Bel Paese tornerà ad ospitare un evento di tale portata. Abbiamo usato il condizionale nella prima frase perché, seppur la candidatura della FIGC sia stata accettata e scelta, una serie di riforme politiche potrebbe togliere l’assegnazione alla Federcalcio. Le minacce di FIFA e UEFA si sono fatte sentire, e il rischio di vedersi scippare la possibilità di organizzare la manifestazione è alto.

Perché i due organi calcistici più importanti dello sport hanno alzato la propria voce? Il 12 luglio scorso, nella VII Commissione della Camera dei Deputati, è stato approvato l’emendamento Mulè sul “decreto legge sport”. Nel testo sono previste misure per aumentare l’autonomia organizzativa e regolamentare delle leghe professionistiche e in particolare, un potere di veto e di autodeterminazione pressoché assoluto della Serie A. Una mossa volta a garantire maggior potere alla lega del massimo campionato, che per alcuni esponenti della maggioranza di governo non è rappresentata a dovere nel Consiglio Federale.

Con la lettera inviata da UEFA e FIFA, la Federcalcio ha ricevuto il monito di riflettere su questa riforma. Parole che hanno colpito anche il Presidente del CONI Giovanni Malagò: “È una lettera che fa riflettere e sulla quale fare delle considerazioni. Non penso che non ci siano responsabili né che il nostro Paese sia l’unico in cui ci sono delle dinamiche di interpretazione o discussione su temi di politica sportiva. In questo preciso momento storico, in cui siamo testa e cuore sulla spedizione di Parigi, ne avremmo fatto volentieri a meno

L’emendamento originario, però, è stato rivisto per andare incontro alle “richieste” delle due confederazioni calcistiche più influenti al mondo. L’articolo 1-bis recita ciò: “Nel rispetto degli statuti delle federazioni di riferimento al fine di garantire una adeguata rappresentanza nei sistemi federali di cui al presente articolo, negli sport a squadre composte da atleti professionisti e con meccanismi di mutualità generale previsti dalla legge, le leghe sportive professionistiche hanno diritto a una rappresentanza equa negli organi direttivi delle federazioni sportive nazionali di riferimento che tenga conto anche del contributo economico apportato al relativo sistema sportivo“.

Evitata quindi la possibilità che l’Europeo del 2032 non si disputasse in Italia. Senza questa rielaborazione del testo dell’emendamento, il rischio che l’Italia non potesse organizzare la manifestazione continentale viene meno, ma soprattutto si diradano le nubi minacciose di esclusione della Nazionale e delle squadre italiane da tutte le competizioni internazionali. Il compromesso tra le parti c’è stato, ora bisognerà aspettare se questa riforma porterà gli effetti sperati dai sostenitori di questo cambio di passo.

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