Quando nel novembre del 2022 vedevamo l’esordio in Nazionale maggiore di un ragazzo friulano del 2006, quasi tutti credevamo che nel giro di qualche mese lo avremmo visto ai vertici della nostra Serie A. Quasi due anni dopo, ci chiediamo dove possa esser finito quel Simone Pafundi che tanto fece parlare di sé dopo quei pochi minuti disputati contro l’Albania. Sparito dai radar, Pafundi ha attraversato un periodo tutt’altro che felice, ma l’ormai 18enne trequartista azzurro è intenzionato a mostrare tutto il suo talento.
Dopo il debutto con la maglia azzurra, il classe 2006 di Monfalcone ha registrato nove presenze in circa un anno solare con l’Udinese, formazione che detiene ancora il suo cartellino. Scampoli di partita e nulla più, insufficienti per poter dimostrare le sue qualità nel massimo campionato italiano. A gennaio, Pafundi ha preso una decisione dal grande coraggio: sposare la causa del Losanna, trasferendosi in Svizzera per provare a ritrovarsi, un po’ come fece l’anno prima Riccardo Calafiori, ad oggi forse il miglior difensore su cui l’Italia può contare.
Pafundi ha trovato decisamente più spazio con la formazione elvetica. In mezza stagione, il friulano ha collezionato 17 presenze, siglando anche il primo gol tra i professionisti il 10 marzo nella sfida contro il Servette. Inoltre, l’azzurro è attualmente impegnato con l’Italia Under 19 nell’Europeo di categoria in corso in Irlanda del Nord. Nonostante non abbia ancora messo la sua firma, il 18enne azzurro si è mostrato come uno dei profili più frizzanti sottoporta, e al momento risulta nella top-10 di una speciale classifica stilata dalla CIES Football Obsevatory per pericolosità tra i giocatori della sua fascia d’età.
Ma allora perché Simone Pafundi non ha trovato spazio nel nostro campionato? Il talento di Pafundi è cristallino, senza dubbio, ma per arrivare a giocarsela ad alti livelli ha bisogno di un ulteriore step di crescita dal punto di vista fisico. Sull’altezza non si può intervenire, ma quei 3/4 kg di massa muscolare in più potrebbero permettere all’azzurro di reggere meglio i duelli con gli avversari. Inoltre, va detto, che la tipologia di gioco dell’Udinese non si sposa con le caratteristiche dell’azzurro. Negli ultimi anni, la formazione friulana ha costruito la sua identità sulla vigorosità atletica e fisica, a discapito del palleggio. Per giunta, Pafundi potrebbe trovarsi meglio in un contesto dove si predilige la tecnica individuale, fattore insito più nelle grandi squadre che nelle formazioni in lotta per la salvezza. Sta a Pafundi dimostrare nei prossimi mesi di valere una chiamata di un top club nel futuro che verrà.
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