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Paolo Condò sulla nuova Serie A: “Inter in pole position, ma occhio al Milan. Su Juve, Napoli e Roma…”

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Paolo Condò
Paolo Condò / IPA Sport

Messi in archivio i Giochi Olimpici di Parigi 2024, è ormai tempo di pensare ufficialmente al via della stagione per quanto riguarda il mondo del calcio. Anche se siamo lanciati verso il Ferragosto, il vero obiettivo è posizionato poche ore dopo: stiamo parlando dell’esordio della Serie A 2024-2025. Nel weekend del 17-19 agosto, infatti, si alzerà il sipario sul massimo campionato italiano di calcio e, mai come quest’anno, gli spunti di interesse non mancheranno. Si ripartirà con l’Inter di mister Simone Inzaghi campione d’Italia, con alle sue spalle una vera e propria “muta di bracchi” pronta a insidiarne il primato. Momento ideale, quindi, per fare il punto della situazione con chi di calcio di casa nostra ed internazionale se ne intende. Stiamo parlando ovviamente di Paolo Condò, prima penna di Repubblica e apprezzatissimo talent di Sky, nonché rappresentante italiano per i voti del Pallone d’Oro consegnato da France Football.

Paolo, la sensazione è che vivremo un campionato quanto mai interessante con diverse squadre in lotta per il titolo e neo-promosse che sbarcano nella massima serie con l’intenzione di non fare da spettatrici.

“Sarà una Serie A davvero bella. Le incognite non mancheranno, ma penso che in pole position non possiamo non mettere l’Inter. I nerazzurri partono con il ruolo di favoriti, sia perchè hanno appena vinto lo Scudetto in maniera nettissima, sia perchè a livello di mercato si sono mossi bene. Dopo anni nei quali erano costretti a cessioni importanti per fare cassa, questa volta non è partito nessuno e, anzi, sono arrivati due elementi di spessore come Zielinski e Taremi. Nella scorsa stagione la sensazione è che l’Inter puntasse molto sul titolo, probabilmente anche per la corsa alla seconda stella con il Milan. Questa volta, invece, dovrà tornare a concentrarsi anche sulla Champions League dove, a mio parere, può arrivare lontano. Anche in semifinale”.

La squadra in pole position l’abbiamo trovata. Chi sarà la prima inseguitrice, a questo punto?

“Penso che si debba rimanere a Milano, sull’altra sponda del Naviglio. Si sente dire che in casa Milan l’ago della bilancia sarà Leao, e sono convinto che il portoghese possa e debba crescere ancora, ma io vedo i rossoneri come una squadra complessivamente ben allestita. L’arrivo di Fonseca sarà tutto da valutare nel dopo-Pioli, ma io penso che il Milan sia assolutamente della partita. Merito, soprattutto, del mercato della scorsa annata. Gente come Reijnders, Pulisic o Loftus-Cheek sono stati innesti davvero azzeccati. Ora è stato scelto un elemento come Morata che, a mio parere, è arrivato per due motivi. In primis per le sue indubitabili qualità, in secondo luogo perché è stato dato credito a Camarda. Il club rossonero sa di avere tra le mani un talento speciale da lanciare. Il classe 2008 sarà nel Milan Futuro in Serie C, ma non avendo acquistato un attaccante di prospettiva, significa che entro un paio di anni Camarda sarà pronto per lottare per una maglia da titolare in prima squadra”.

Chi si è mossa, e si sta muovendo, parecchio è la Juventus. Cosa ti aspetti dai bianconeri?

“Senza dubbio il club torinese ha effettuato una mossa fondamentale: aver preso Thiago Motta. Si è assicurata un allenatore che nei prossimi 2-3 anni potrà fare davvero grandi cose sotto la Mole. Magari quest’anno la Juventus potrebbe ancora non essere pronta per lottare per lo Scudetto fino alla conclusione, ma sarà vicina. La rosa sta venendo rivoluzionata, non senza fatica, per cui non è facile capire il valore complessivo. Tutto sembra ancora molto in divenire. Non so se Giuntoli riuscirà a completare tutti gli acquisti che aveva in mente (Koopmeiners in primis) ma, ripeto, l’arrivo di Thiago Motta fa tutta la differenza possibile. Lo vedo come una certezza, dopotutto nella scorsa stagione ha fatto vedere il miglior calcio della Serie A con il Bologna. La questione-Chiesa? Non so bene cosa sia successo tra le due parti. Non so se alle spalle ci sia qualche squadra che lo abbia bloccato per l’anno prossimo. Sicuramente, però, Federico non ha mantenuto le promesse ed è reduce da 2 anni complicati. Con la sua possibile partenza Giuntoli si è preso un rischio. Vedremo quanto calcolato”.

Passiamo alla fresca vincitrice dell’Europa League: l’Atalanta. Si parte, purtroppo, con un brutto ko e una affascinante finale di Supercoppa Europea alle porte. Che stagione sarà per la Dea?

“Vincere contro il Real Madrid sarebbe davvero qualcosa di speciale per Gasperini e company. Impossibile no. Difficile certo, ma per l’Atalanta niente è precluso. Certo, il brutto infortunio di Scamacca non ci voleva. Al suo posto, per tappare la falla, è arrivato Retegui in poche ore. Sintomo che il club nerazzurro è solido e forte e ha le idee chiare. Sono convinto che a Bergamo si vivrà una ennesima bella annata. Da protagonisti. Dopotutto, la vittoria in Europa League potrebbe avere cambiato ogni scenario. C’è differenza tra vincere e non vincere. Era l’accusa che si faceva spesso a Gasperini. Un tecnico eccellente, ma che aveva pochi trofei in bacheca. Ora è arrivato ed è anche prestigioso. La Dea ha probabilmente salito uno scalino fondamentale”.

La quinta squadra che giocherà in Champions League sarà il Bologna. I felsinei rischiano un passo indietro dopo la straordinaria stagione scorsa?

“Mi lego subito al discorso di Gasperini. Lui finalmente ha vinto. Italiano ancora no. Al nuovo mister rossoblù manca una vittoria che possa sbloccare la situazione. Con la Fiorentina sono arrivati, invece, due ko in finale di Conference League, in match nei quali la Viola non ha dato il proprio massimo. Cosa mi aspetto dai felsinei? Penso che dovranno divertirsi in Europa, piazzando qualche prestazione illustre, mentre in campionato dovranno ripartire con un nuovo ciclo. Se ne sono andati, dopotutto, i 3 cardini di un anno fa: Thiago Motta, Zirkzee e Calafiori. La società è ben gestita e penso che in 2-3 anni potranno riproporre nuovamente una cavalcata di altissimo profilo”.

Passiamo alla grande delusione di un anno fa: il Napoli. Cosa potrà fare Antonio Conte?

“Se mi facevi questa domanda un mese fa ti avrei risposto che gli azzurri potevano anche puntare alla lotta per il tricolore. Ora no. Ho qualche dubbio in più. Non certo sulle qualità di Conte, che so benissimo che è sbarcato sotto il Vesuvio con la convinzione di essere in ballo per lo Scudetto, ma per quello che sta avvenendo, o non avvenendo, sul mercato. Ero convinto che la questione-Osimhen fosse già risolta a metà agosto. Invece il nigeriano è ancora li ed è un problema. Si sa che il PSG lo vuole e avrebbe l’accordo con il giocatore, ma di sicuro non verserà la clausola a De Laurentiis. Conte vuole Lukaku, com’è ben noto, ma penso che il centravanti belga non sia l’opzione giusta perchè in evidente fase di calo. Vediamo come si svilupperà la situazione di Osimhen. A questo punto fossi in Conte gli direi di rimanere per un anno e dare tutto quello che ha”.

Passiamo alle romane. I giallorossi si stanno muovendo parecchio sul mercato. Potranno davvero puntare in alto?

“La Roma la vedo bene. Hanno confermato un tecnico come De Rossi che l’anno scorso ha fatto grandi cose e ora hanno anche lavorato bene sul mercato. Ho una sensazione sui Friedkin. Mi è sembrato che negli anni scorsi, quando non potevano uscire dai paletti del Fair Play Finanziario, avessero scelto Mourinho come allenatore per dare una certezza ai tifosi. Ora che, invece, possono spendere a piacimento, hanno cambiato marcia. Innesti come Soulè o Dovbyk sono stati importanti quanto onerosi. Ora se aggiungessero un tassello come Bellanova andrebbero ulteriormente a rinforzare una squadra che finalmente potrà puntare in alto”.

Sull’altra sponda del Tevere c’è la Lazio. Cosa attendersi dai biancocelesti?

“Qui siamo alla rivoluzione vera e propria. In panchina è arrivato Baroni, un tecnico che mi piace, quindi se ne sono andati due cardini storici come Immobile e Luis Alberto che hanno fatto grandissime cose nelle ultime annate. Vedremo se il club riuscirà a sostituirli nella giusta maniera. Da quando non c’è più Tare ho la sensazione che la Lazio sia sempre più Lotito-centrica. Ad ogni modo gli acquisti di Noslin o Tchaouna mi piacciono. Serve altro, certo, ma una posizione in Europa può arrivare”.

Tra le altre squadre, quale ti stuzzica maggiormente la curiosità?

“Mi incuriosisce la Fiorentina che si è affidata a un tecnico rampante come Palladino, quindi penso che il Como sia arrivato in Serie A con la chiarissima intenzione di ben figurare. Incominciando da un punto di riferimento come Cesc Fabregas in panchina. Il club lombardo ha disponibilità economica e voglia di essere protagonista. La fortuna di avere il Lago come punto di attrattiva è quel qualcosa in più che ti permette di fare arrivare un giocatore come Varane. E non solo”.

Inizia la Serie A, più avanti sarà la volta della nuova Champions League. 5 italiane al via. Cosa dovremo attenderci?

“Sarà una edizione davvero intrigante. Tutte le squadre suddivise in 3 fasce. Le prime 8 andranno direttamente agli ottavi. Per i colori italiani sarebbe un successo averne 2 in quella posizione, con le altre 3 dalla nona alla 24a posizione. Forse sono troppo ottimista, lo so. Più probabilmente sarà un 1-3-1, ma sognare non costa nulla. La favorita? Sarebbe troppo semplice dire il Real Madrid, ma penso che mister Ancelotti dovrà gestire bene una rosa piena zeppa di campioni. Se non ci fosse lui sarebbe tutto a rischio, ma il suo carisma e la sua credibilità sono una garanzia. In primis Carletto dovrà risolvere il grande quesito: ‘Chi giocherà a sinistra tra Mbappé e Vinicius’? Ad ogni modo i Blancos hanno una rosa spaventosa (non dimentichiamo che hanno anche due talenti come Arda Guler e Endrick) e saranno pronti al bis, ma mi aspetto molto anche dal Manchester City che, a rigor di logica, dovrebbe vivere l’ultimo anno di Pep Guardiola, anche se lui non lo ammette, in panchina. Le italiane? Di sicuro non partono tra le favoritissime, ma l’Inter, come detto, può andare avanti parecchio”.

Ultima battuta sulla grande novità del prossimo anno: il Mondiale per Club tra giugno e luglio negli States. Cosa ne pensi?

“Al momento ogni giudizio non può che essere sospeso. Non è ancora dato a sapersi se si disputerà come è previsto oppure qualche squadra rinuncerà.  Tutto ancora troppo indefinito”.

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