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Fabbian, Casadei, Koleosho: i giovani al vaglio di Spalletti per la Nazionale

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Giovanni Fabbian
Fabbian / LaPresse

Con l’avvicinarsi dei primi impegni stagionali dell’Italia di Luciano Spalletti, ci si interroga su quale potrebbero essere gli innesti nel prossimo futuro per la rosa della Nazionale. I grandi limiti mostrati dall’organico azzurro in occasione dell’ultimo Europeo urgono un intervento il più rapido possibile, con l’inserimento in Nazionale maggiore di giovani affamati e vogliosi. Vediamo chi sono i nomi più gettonati per l’ingresso tra i grandi nel prossimo anno del ciclo di Spalletti.

Tra i nomi che nell’ultima Serie A si sono messi più in mostra, sicuramente troviamo Giovanni Fabbian. Il trequartista friulano di proprietà del Bologna, al primo anno nella serie maggiore, si è fatto notare per la sua incisività sotto porta. 5 gol fatti in 27 presenze, numeri più che discreti per un ragazzo che di certo non è stato impiegato da titolare spesso. Con Vincenzo Italiano, il prodotto di scuola Inter può fare un ulteriore salto di qualità in zona offensiva, provando anche a bussare alle porte della Nazionale.

Chi invece non ha vissuto una stagione straordinaria è Cesare Casadei, un altro ragazzo cresciuto ad Appiano Gentile. Dopo esser stato richiamato a gennaio dal Chelsea, e aver assaggiato il palcoscenico della Premier League, il ravennate non ha ancora chiaro il suo futuro. Molte formazioni italiane sono interessate al classe 2003, le cui qualità di certo non sono nascoste. Una squadra che ha poche ambizioni di classifica in Italia potrebbe essere il contesto ideale nel quale poter forgiare il suo talento.

Poi troviamo altri nomi che, seppur meno chiacchierati, hanno potenzialmente i numeri per esser chiamati da Spalletti. Uno di questi è Tommaso Baldanzi della Roma: la nuova posizione che De Rossi gli ha impartito potrebbe essere la chiave per far spiccare il volo all’ex Empoli. Occhio anche a Luca Koleosho. La sua stagione al Burnley è già iniziata con un gol in Championship: chissà che la Serie B inglese non possa essere l’ambiente giusto per far decollare la carriera dell’esterno di origini statunitensi.

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