Un’Italia finalmente sorridente, ed era tanto che non accadeva. La vittoria in Nations League contro la temibile Francia non scaccia definitivamente i fantasmi, ma inizia a darci i nuovi dettami di cosa vuole Luciano Spalletti dalla sua selezione, cambiandole definitivamente vestito con un 3-5-1-1 abbottonato sulla carta ma molto più ambizioso di quanto si potrebbe pensare.
Il primo gol è l’emblema di cosa vuole diventare questa Nazionale. Cambio di gioco dalla destra verso Dimarco, che tocca la sfera verso Tonali. Il centrocampista del Newcastle ha l’idea meravigliosa di servire di tacco l’esterno dell’Inter, che la mette al volo sotto l’incrocio. Azione che si sviluppa in ampiezza, da destra a sinistra, con il principale utilizzo dei quinti di centrocampo che possono entrare in mezzo grazie ala loro capacità con il pallone tra i piedi: sarà questa una delle chiavi dei nuovi azzurri.
Cosa appare confermato da due anni a questa parte è l’importanza di Davide Frattesi per l’economia di quest’Italia. Il suo movimento perpetuo tra il centrocampo e l’attacco permettono all’undici azzurro di avere un vero e proprio ‘agente speciale’ in area avversaria. Con una sola missione: sfruttare ogni occasione alla sua portata per segnare. Non è un caso che quello di ieri sia il quinto gol sotto la gestione Spalletti, rendendolo il capocannoniere della sua annata in Nazionale.
A chiudere la partita ci ha pensato Giacomo Raspadori. Un cambio azzeccato, quello di Spalletti, che nel suo ingresso in campo lo ha impiegato come seconda punta alle spalle di uno spento Pellegrini. E in questo modo ha dato libero sfogo al suo estro, avendo una spalla offensiva come Retegui che gli toglieva un po’ di pressione difensiva. Probabilmente il modo per poter risolvere un equivoco tattico che accompagna il calciatore del Napoli, che in uno schieramento del genere potrebbe trovare nuova linfa.
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