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Italia-Francia: Azzurri inceppati, ma non è tutto da buttare. Anche se Spalletti…

Luciano Spalletti / Lapresse

Un ko che pesa e che potrebbe lasciare un po’ di strascichi, quello patito dagli Azzurri ieri a San Siro nell’1-3 incassato dalla Francia di Didier Deschamps, ma che potrebbe essere anche un buon modo per “guardarsi” allo specchio e correggere un po’ di cose.

Tre gol subiti e la perdita del primo posto nel girone a favore dei transalpini non sono dati da sottovalutare, ma al di la del punteggio la gara milanese ha raccontato di una squadra che, sul piano del gioco, non è stata di certo messa sotto da Rabiot e compagni.

L’1-3 arriva infatti da tre calci piazzati, due dei quali convertiti dall’ex centrocampista della Juventus con due zuccate repentine, l’altro è una punizione bellissima di Digne che ha trovato l’involontaria collaborazione della schiena di Vicario prima di insaccarsi in fondo alla porta italiana.

E’ vero, i Bleus (ieri in maglia bianca) schieravano di fatto una formazione zeppa di riserve ma comunque con tanta qualità, eppure – vedendola dal vivo – non sembrava che sul gioco di movimento potessero fare male alla retroguardia azzurra, cosa che invece è avvenuta più volte quando ad attaccare sono stati Barella e compagni, pur trovando la rete in una sola circostanza con Cambiaso.

Ora la palla passa a Luciano Spalletti. Dopo la Svizzera, il ct aveva fatto “mea culpa” trovando le chiavi giuste per ripartire senza appesantire un gruppo che sembrava aver perso – e non di poco – la bussola. Perdere non fa mai piacere, soprattutto contro la Francia e in un’occasione dove, per conservare un piazzamento importante, sarebbe bastato anche venir battuti con un solo gol di differenza.

Il tecnico di Certaldo dovrà ancora una volta leggere bene la situazione e, venendo al campo, trovare le giuste situazioni per capire anche come poter mischiare le carte in corsa per una squadra che ha trovato molto bene gli automatismi del 3-5-1-1/3-5-2 ma che, se bloccata nel suo spartito, a volte pecca di ripetitività e prevedibilità.

Tanti temi sono sul tavolo: l’obiettivo ora è uno solo. Riuscire a fare una sintesi di tutto quanto e farsi trovare pronti fra qualche mese per l’inizio del percorso di qualificazione ai Mondiali 2026: il vero grande obiettivo dei giocatori, dello staff e di tutta la Federazione.

 

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