Il futuro di Edoardo Bove è incerto. Già poter parlare degli eventuali sviluppi della carriera del giovane calciatore della Fiorentina è già positivo di per sé, visto che le cose si sarebbero potute metter male. Ora però è lecito chiedersi cosa succederà al centrocampista cresciuto nella Roma, la cui crescita repentina è stata – speriamo solo temporaneamente – stroncata dal malore occorso domenica scorsa nella sfida contro l’Inter.
La salute viene prima di tutto, e proprio per questo Bove insieme al suo entourage ha scelto di operarsi. Al centrocampista, nella giornata di domani, verrà installato un defibrillatore sottocutaneo, ugualmente a quanto abbiamo visto nel caso di Cristian Eriksen. Una decisione saggia e comprensibile all’unanimità, la quale però avrà delle conseguenze impattanti sul piano sportivo.
Secondo il regolamento sportivo italiano, è vietata l’attività professionistica per i soggetti che utilizzano un defibrillatore sottocutaneo sul suolo del Bel Paese. Proprio per questo Cristian Eriksen ha dovuto rescindere il contratto con l’Inter per tornare in Inghilterra, dove ora difende la maglia del Manchester United. E sulla stessa falsariga, lo stesso varrà per Bove: per lui in Serie A non ci sarà più possibilità di giocare.
L’unica alternativa disponibile è quella di trasferirsi all’estero. Un’opzione percorribile è quella di sposare la Premier League o comunque l’Inghilterra. Da questo punto di vista, può rivelarsi fondamentale l’appoggio della squadra che ne ha lanciato la carriera, la Roma. La famiglia Friedkin, nelle ultime settimane, è divenuta proprietaria dell’Everton: chissà che gli imprenditori americani non diano una seconda chance al centrocampista, permettendogli di continuare la carriera in quel di Liverpool.
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