A tutto Gianluca Rocchi nell’ultima puntata di Open VAR. Il designatore degli arbitri di Serie A e B è intervenuto ai microfoni di DAZN per fare un bilancio sulla direzione arbitrale del girone d’andata del campionato di Serie A 2024-2025. Tanti i temi tirati in ballo: dai rigorini (spada di Damocle che da sempre Rocchi cerca di combattere) al VAR a chiamata, passando per alcuni episodi dubbi e l’allineamento dello standard della classe arbitrale italiana a quella internazionale.
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Rocchi sulla classe arbitrale italiana
Il designatore AIA si è detto particolarmente soddisfatto su quanto fatto sin qui. “Come Italia siamo una mosca bianca – ha ammesso Gianluca Rocchi –. Abbiamo un gruppo molto grande. Abbiamo 46 arbitri attivi, di cui 35 che hanno diretto almeno una gara di Serie A. Se devo fare un paragone con gli altri campionati in giro per l’Europa siamo un’anomalia. Negli altri campionati hanno massimo 21 arbitri che dirigono la massima divisione. Questo vuol dire avere un’uniformità di giudizio. Al tempo stesso, la nostra linea ci permette di fare una selezione, soprattutto sui giovani, ancora più importate. Oggi un giovane lo posso designare indipendentemente in A e B in base alle sue performance. Il nostro obiettivo è ringiovanire il parco nazionale. Che poi è quello che sta chiedendo la UEFA”
Rigori e rigorini
“Sono moderatamente soddisfatto di arbitro e VAR – ha proseguito Rocchi, che ha poi aggiunto -. Non eravamo partiti bene, adesso siamo migliorati. Il VAR può intervenire sempre, ma la filosofia è di togliere l’errore macroscopico. Stiamo provvedendo a realizzare un gruppo solo di VAR, così più professionisti avremo e meno problemi ci saranno”. E sui rigori, alcuni molto discutibili: “Vorrei eliminare quelli meno gravi. Siamo simili con i dati a livello europeo e se usiamo lo stesso metro dell’Europa sarà più facile per le nostre squadre disputare quelle competizioni. Non esistono rigorini. È rigore sì o rigore no. Anche sotto questo punto di vista siamo nella media dell’anno scorso”.
Rocchi: “VAR a chiamata? Non è un nostro problema”
A chiudere l’intervento del designatore AIA Gianluca Rocchi, alcuni numeri e la una nuova possibilità: “Sono preoccupato per una cosa, l’insofferenza all’errore: si pensa che la tecnologia tolga l’errore dal campo. Non è così. Una piccola parte rimarrà così. Il VAR toglie il 92% dell’errore, ma l’8% resta. VAR a chiamata? Non è un problema nostro. Deresponsabilizzerebbe il VAR”.
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