Stefano Pioli ha confessato apertamente il suo dolore per i sei derby persi consecutivamente contro l’Inter, con particolare riferimento ai due di Champions League: “Queste sconfitte hanno oscurato il grande risultato del ritorno in semifinale dopo 16 anni”. L’ex tecnico rossonero nel tentativo di limitare i danni contro una squadra ben organizzata come quella di Simone Inzaghi, aveva spesso adottato un approccio conservativo. Ad esempio, il passaggio al 3-5-2 per una maggiore copertura difensiva si è rivelato inefficace, evidenziando un complesso di inferiorità tattica che ha condizionato il Milan anche mentalmente. La squadra non riuscì a reagire nei momenti di difficoltà e la paura di sbagliare sembrava paralizzarla, dando all’Inter un netto vantaggio psicologico e strategico.
Paulo Fonseca: coraggio e innovazione
L’approccio del Milan al derby era cambiato già con l’arrivo di Paulo Fonseca. La strategia del tecnico portoghese si era basata su tre pilastri fondamentali: testa, tattica e tenuta fisica. Fonseca aveva lavorato sul morale della squadra, trasmettendo fiducia e un atteggiamento positivo. Aveva osato, schierando quattro attaccanti e mantenendo un atteggiamento propositivo.
Invece di alzare la pressione sull’Inter, come fatto da Pioli, aveva optato per una difesa più compatta e organizzata a zona, mandando in tilt i meccanismi dei nerazzurri. Questo approccio aveva consentito al Milan di sfruttare al meglio le transizioni offensive, e nonostante un inizio di stagione difficile, i rossoneri avevano attaccato senza sosta dal primo all’ultimo minuto. Confrontando le occasioni create da rossoneri con quelle della Beneamata, il 2-1 finale siglato da Gabbia era stato quasi un affare per Lautaro e compagni.
Conceição: entusiasmo e mentalità vincente
Con Sérgio Conceição, il Milan ha fatto un ulteriore passo avanti, culminato con il trionfo in Supercoppa Italiana. In pochi giorni, il tecnico ha riportato entusiasmo e grinta, trasformando una squadra depressa in un gruppo combattivo e motivato. La rimonta contro l’Inter, da 0-2 a 3-2, è stata il simbolo di questa svolta mentale. L’allenatore portoghese ha saputo toccare le corde giuste, facendo breccia nei cuori di quei leader tanto criticati sotto la gestione precedente, Theo Hernandez e Rafael Leão.
Milan, sfatato il “complesso Inter”
Il trionfo di Riyad sancisce una cosa: il Milan è in grado di tener testa all’Inter, dopo il successo in campionato, l’ha battuta ancora. I rossoneri dopo la sono riusciti a sfatare la maledizione della stracittadina, che aveva un po’ condizionato negativamente la gestione Pioli. Dopo il derby del si è girato Giroud, il Milan aveva perso sette dei nove confronti successivi contro i nerazzurri, una sola vittoria all’attivo a fronte di sette successi della squadra di Simone Inzaghi. Prima Gabbia, poi Abraham hanno trasformato il complesso Inter in un lontano ricordo.
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