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Vlahovic divide: critiche, errori e qualcuno vorrebbe la cessione. Ma i numeri sono dalla parte del serbo

Dentro la crisi di Dusan Vlahovic: tra pressioni, critiche e l’assenza di tranquillità. Ma i numeri sono dalla sua parte.

Dusan Vlahovic Juventus
Dusan Vlahovic / LaPresse

“Strano ci sia l’attaccante più forte del mondo tra i candidati”. Ovviamente un commento sarcastico scovato rovistando qua e là tra i post sui social all’indirizzo di Dusan Vlahovic. In questi ultimi mesi il serbo è stato spesso sotto l’accusa di tutti per i continui errori sotto porta. C’è chi lo vorrebbe sul mercato (ma già manca il sostituto), e in pochi vedono in lui un attaccante in grado di poter far parte del nuovo corso Juve per il futuro. Ma per fare un’analisi dettagliata sul giocatore c’è da prendere diverse situazioni per capire se effettivamente il serbo è utile ai bianconeri o meno. Vero che tra le occasione fallite ce ne sono diverse facili, molto facili ma i numeri parlano parlano per lui… e nel discorso ci va dentro anche l’aspetto psicologico.

Vlahovic Juventus

Vlahovic Juventus / LaPresse

Vlahovic-Juve, i numeri dell’attaccante

Per questo cerchiamo di raccogliere l’assist di Toni: “Andatevi a vedere i tabellini” ha detto a Sportmediaset prima del derby di Supercoppa Italiana. E così è stato: 12 gol in stagione in 23 partite (considerando tutte le competizioni). Una media di un gol ogni due gare. “Se non segna lui dovrebbero farlo gli altri nel reparto” ha continuato l’ex attaccante bianconero. E da qui l’analisi va approfondita sui movimenti, al netto di alcuni errori tecnici talvolta indotti dagli avversari.

Senza di lui nel periodo in cui si è fatto male con la nazionale la Juventus ha faticato a trovare la via del gol. Mentre una volta rientrato in gruppo la squadra ha ripreso a girare in zona gol. Magari non segna lui, ma grazie ai suoi movimenti permette di portare via i difensori avversari e dare la possibilità ai compagni di inserirsi. Vedi Thuram o lo stesso McKennie, ma anche ai vari Weah, Yildiz o Nico Gonzalez.

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Sicuramente deve migliorare in alcune situazione come la pulizia nella giocata con le spalle alla porta. Spesso copre bene la palla ma poi non riesce a trovare i compagni, tardando la ripartenza. Poi nell’analisi c’è da tenere conto anche del modo di giocare della squadra e di tanti altri fattori che, spesso, per chi osserva da fuori, possono non essere automatici. In ogni caso con i numeri è in piena corsa per migliorare il suo record personale (18 gol in 38 gare della passata stagione). Ma poi c’è l’aspetto mentale…

Pressioni e critiche, Vlahovic è in grado di reggerle?

Giocare in una piazza come quella della Juventus non è certo facile. Tanti giocatori sono arrivati come promesse e poi hanno faticato a reggere l’urto alla nuova realtà. “Un conto è giocare per la Fiorentina e un altro per la Juve”, questo si è spesso sentito dire. In parte è corretto. Il dover vincere per forza ti impone sin da subito un impatto importante, ma questo non deve diventare ossessione. Perché la troppa ossessione, se presa nel modo sbagliato, può essere un aspetto più negativo.

E da qui la domanda: Vlahovic è in grado di portare il peso di pressioni e critiche? La risposta sta nel mezzo, ma forse è proprio questo il punto. Spesso è troppo bersaglio delle critiche e anche l’ultimo inconveniente contro il Venezia non ha aiutato a migliorare i rapporti con parte della tifoseria. C’è da dire, però, che Ventola ha detto una cosa corretta: “È in difficoltà, è forte ma non è in fiducia”. Facendo poi un paragone anche con sé stesso.

L’ex Inter ha poi sottolineato il momento di Kean per far capire ancor di più il concetto. E in effetti potrebbe essere la risposta ai momenti no di Vlahovic. Il serbo ha dimostrato spesso di essere umorale nei suoi atteggiamenti in campo, vuole dimostrare e a volte non riesce. Ma comunque va sottolineato un aspetto importante. Presentarsi alla Continassa, nell’unico giorno di riposo concesso alla squadra da Motta, merita sicuramente un commento positivo perché ha dato dimostrazione di attaccamento e di voglia di uscire da un momento no.

Potrebbe segnare più gol? Assolutamente sì. Ma allo stesso tempo al ragazzo va data un po’ di fiducia in più perché se ritrova l’entusiasmo ideale può davvero essere un attaccante per la Juve, per il presente e per il futuro. Lo dicono i numeri.

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