Tra poche ore il fischio d’inizio del 183esimo derby della storia tra Torino e Juventus: a presentare la sfida – in un’intervista a OA Calcio – l’ex presidente dei bianconeri Giovanni Cobolli Gigli.
Torino-Juve, l’intervista a Cobolli Gigli
Tra poche ore il derby. Sbagliamo a definirlo una partita tra gli scontenti del campionato?
“Se si tratta della Juve direi sicuramente sì. Mettendomi per un attimo la maglia granata, cosa che mi fa venire immediatamente il prurito (ride), direi ancora di più vedendo la situazione della squadra e della classifica. È una partita che entrambe devono vincere. Secondo me, per la Juve è quasi l’ultima spiaggia. Deve vincere e inanellare una serie di vittorie nei prossimi mesi. Non c’è da rimpiangere le assenze, bisogna mettere in campo una squadra che abbia gli attributi per 90 e passa minuti. E che non molli alla fine, come successo in passato. Bisogna vincere, è l’unica cosa che conta. Certo, poi c’è una novità che mi incuriosisce…”
Quale?
“È la prima volta in stagione che dovrebbero essere schierati oltre 100 milioni di euro tra Koopmeiners e Douglas Luiz. Magari sarà la loro partita. Magari la partita di Douglas, così da non costringere la società a dire che il giocatore è stufo e vuole andare via. Mi chiedo: si spendono 40 milioni per un calciatore per tenerlo solo quattro mesi e poi cederlo? Mi sembra la dimostrazione evidente di una sconfitta di strategia”.
I numeri e i precedenti danno favorita la Juve. Il Toro non vince un derby dal 2015, sarà di nuovo così?
“All’andata è stato così. Ci si aspettava un Toro arrembante ma alla fine la Juve ne è venuta fuori senza troppe complicazioni. Non bisogna illudersi perché il sangue dei tifosi del Toro lo conosciamo bene. Ho degli amici granata e loro sentono con grande passione questo derby. Sono un po’ i cugini poveri. Lo vogliono vincere. Il Toro era partito bene, poi si è un po’ seduto e questo mi preoccupa sempre”.
La gestione di Danilo e l’autorevolezza di Giuntoli-Motta
Ecco appunto, visto che entrambe dovranno fare a meno di tanti calciatori, cosa deve temere la Juve?
“Le assenze possono condizionare anche in positivo. Nel Toro, ad esempio, possono aumentare il senso di aggregazione del gruppo. Poi un uomo in attacco ce l’anno: Ché Adams. Possono metterci la grinta di coloro che vogliono vincere una tradizione negativa che dura da troppo tempo. Sappiamo tutti che queste partite si vincono con la grinta dall’inizio alla fine, senza mai mollare. Sono partite più fisiche che tecniche. Tra l’altro anche la situazione dell’allenatore del Toro non credo sia più solidissima nella testa del presidente Cairo. È una mia impressione, chiaramente. Anche l’allenatore dovrà fare di tutto per recuperare la situazione quasi da ultima spiaggia per lui. La Juventus, invece, non deve illudersi di esser seduta su una poltrona ben imbottita. Anzi, deve tirare fuori gli attributi. Deve correre, senza mai mollare. Certo che poi ci sono delle cose che mi stupiscono”.
Tipo?
“La situazione di Danilo che è richiesto da quello che viene definito il miglior allenatore del campiono italiano (Antonio Conte, ndr) e viene mollato da un buon allenatore come Thiago Motta. Non mi spiego come mai Conte voglia un centrale di difesa come Danilo e Motta, invece, non l’abbia praticamente mai preso in considerazione. Questo da tifoso è normale chiederselo. E poi, non mi spiego perché alcuni giornali avallino l’ipotesi di una cessione di Douglas Luiz. Vuol dire che qualcosa lì dentro non funziona”.
Torino-Juventus sarà anche una valvola di sfogo per il folklore dei tifosi…
“Premetto che per me, che ho vissuto per anni a Torino ma non sono torinese, il vero derby è Juventus-Inter. Per come percepisco io il concetto di derby. Sono consapevole di come viene sentita la partita tra Torino e Juventus. Torino è rimasta una città legata alle tradizioni e tra queste c’è il tifo per una o l’altra squadra. È sicuramente una partita sentita e spero sia assistita con sportività da parte dei tifosi. Personalmente la vivo come qualsiasi altra partita di calcio, con la particolarità che la Juve questa partita deve vincerla per forza. Dovesse arrivare un pareggio o, peggio, una sconfitta bisognerebbe porsi delle domande.
Non solo sull’operato dell’allenatore, ma anche di chi ha spinto tanto per portare alla Juve questo tecnico. I dirigenti e il signor Giuntoli si giocano una parte della loro autorevolezza e capacità di scelta con questa partita. Sono coinvolti in maniera pesante manager su cui la Juve ha creduto e investito per creare un nuovo futuro che in questo momento si vede solo con il cannocchiale”.
Cobolli Gigli, Douglas Luiz e il futuro di Yildiz
Ci lasciamo con un’ultimissima: viste le assenze, può essere la partita di Yildiz?
“Per me Yildiz è il futuro della Juventus. Ho letto un paio di settimane fa che si parlava dell’idea di lasciare andare Yildiz. Sarebbe come cedere un giovane Boniperti o un giovane Del Piero. Va tenuto, fatto crescere e mantenuto dandogli delle responsabilità. Se noi pensiamo che Yildiz possa andare via sbagliamo di grosso. Poi ci sono gli altri: Koopmeiners ha incominciato a giocare, non è quello dell’Atalanta ma qualcosa ha fatto. Il vero rebus è Douglas Luiz. Mi auguro sia la partita del suo trionfo. Magari riesce a sbloccarsi, anche su calcio di rigore se necessario.
Sarebbe un bene per gli investimenti fatti dalla Juve, che di soldi ne ha pochi. Forse i tifosi non ricordano che durante la gestione Andrea Agnelli sono stati creati quasi 1 miliardo di euro di debiti che gli azionisti hanno ricoperto per 900 milioni. Sono tanti soldi. È il segno che il presidente, pur rappresentativo come Andrea Agnelli, non ha saputo gestire dal punto di vista economico la società. Adesso la Juve deve recuperare. Per farlo non può permettersi di spendere soldi e buttarli dalla finestra. Bisogna fare in modo che i 40 milioni di Douglas rendano perché fino ad adesso sono una perdita. Magari con un gol al derby. Me lo auguro”.
Grazie mille presidente per la chiacchierata…
“A te, alla prossima!”
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