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Atalanta-Juventus, Porrini: “Gasperini tra i top 5. Bianconeri senza leader”. E su Motta…

Lo storico doppio ex di Atalanta e Juventus è intervenuto in Esclusiva ai nostri microfoni per analizzare il confronto del Gewiss Stadium e il momento attuale dei due club.

Sergio Porrini, ex difensore della Juventus
Sergio Porrini, ex difensore della Juventus

Quattro stagioni all’Atalanta prima del trasferimento alla Juventus con la quale vince qualsiasi titolo possibile e immaginabile. Dal 1993 al 1997 Sergio Porrini si laurea Campione d’Italia, d’Europa e del Mondo. A poche ore dal fischio d’inizio l’ex difensore della Dea e dei bianconeri ha presentato in esclusiva ai microfoni di OA Calcio, la sfida del Gewiss Stadium.

Atalanta, Porrini: “Europa League inimmaginabile 6-7 anni fa”

Sfogliando gli almanacchi, anche ai suoi tempi la Juventus non ha sempre avuto vita facile contro l’Atalanta…

“Sì, quella Juventus l’abbiamo battuta spesso. Nell’anno in cui arrivai dalla Primavera del Milan all’Atalanta, giocai molto poco, facevo molte panchine. Ricordo una vittoria al Comunale per 1-0 (1989-1990, gol di Caniggia, ndr) contro una Juventus che negli anni precedenti aveva dominato…”.

Marcello Lippi

Marcello Lippi (© Lapresse)

Lei è stato allenato da Lippi, sia all’Atalanta, sia alla Juventus…

“A Bergamo con Lippi sfiorammo di poco la qualificazione alla Coppa Uefa (per un punto). Sappiamo tutti che cosa è stato in grado di fare Lippi alla Juventus. Oggi l‘Atalanta è una squadra diversa, vive in un’altra dimensione, è di un’altra dimensione la società, ha vinto un trofeo che per i miei tempi era qualcosa di inimmaginabile, ma era inimmaginabile anche fino a 6-7 anni fa”.

“Juve, dopo Allegri era giusto cambiare”

Con la Juventus ha vinto praticamente tutto: da cosa dipende il fatto che l’ultimo trionfo in Champions League sia così remoto?

“È difficile spiegare come una squadra che in Italia ha vinto così tanto, faccia fatica ad imporsi in Europa, eppure ha disputato diverse finali di Champions League nel corso della storia. Non riesco a spiegarmelo perché tra l’altro, ho fatto parte della Juventus che ha perso la finale col Borussia Dortmund, ma che ha vinto quella con l’Ajax solo ai rigori, nonostante quella partita l’abbia dominata. Oggi in Europa le squadre si sono rinforzate, quindi per vincere devi allestire una squadra forte, diversa dall’attuale Juventus, e in più devono girare bene una serie di cose”.

Motta-Juve

Thiago Motta, Juventus (LaPresse)

Crede che la Juventus abbia fatto la scelta corretta nel sostituire Thiago Motta con Allegri?

“La Juventus aveva già provato a fare un cambiamento con Sarri prima e con Pirlo poi. Cambiare era doveroso, Thiago Motta è uno degli allenatori emergenti più bravi, a Bologna ha ottenuto la qualificazione in Champions, ha dimostrato idee di gioco e allo stesso tempo ha raccolto risultati. Allenare la Juventus non è semplice, la pressione ce l’hai già dal primo giorno di ritiro. Le aspettative erano sicuramente diverse all’inizio, ma serve tempo, ci sono tanti ragazzi alla prima esperienza nel campionato italiano che devono capire una serie di dinamiche all’interno di un ambiente in cui conta solo vincere, sei obbligato a vincere”.

Se avessi potuto scegliere, avresti ripreso Conte?

Le minestre riscaldate non mi sono mai piaciute, vedi com’è finita con Allegri. Era giusto cambiare”.

“Una Juve senza leader”

Chi vede come leader in questa Juventus, ammesso che ne abbia. 

Non vedo dei leader. Nella mia Juventus ce n’erano tanti”.

Mancano dei leader anche all’interno della dirigenza, è una Juventus un po’ svuotata di quel DNA vincente che l’ha sempre contraddistinta?

“Sì, secondo me tutto è iniziato nel momento in cui hanno deciso di mandar via Marotta, sono iniziati i primi dissapori, mentre lui è il dirigente per eccellenza, quello che nell’ambiente calcistico sapeva cosa fare e come lavorare, la dimostrazione è arrivata all’Inter dove ha conquistato altri trofei. Da lì in poi si è vista solamente tanta confusione a livello dirigenziale. Manca il leader, una figura di riferimento come lo erano stati in passato Moggi, Bettega e Giraudo, ma ripeto è partito tutto dall’addio di Marotta, poi ci sono stati i problemi di Agnelli e si è arrivati all’attuale situazione in cui con Giuntoli, un dirigente che negli ultimi due anni ha fatto delle cose egregie, la Juventus sta provando a rialzarsi”.

Gasperini, Atalanta

Gasperini (LaPresse)

L’infortunio di Bremer è stato un duro colpo per la Juventus: in cosa i vari Gatti e Kalulu non riescono a sopperire all’assenza del brasiliano?

“Per potenza fisica e per tecnica Bremer è un grande difensore, il migliore che ha la Juventus, ma per giudicare tutto quello che succede bisogna analizzare più partite. Non penso che Bremer da solo, in questo momento, sia in grado di sopperire ad alcune mancanze che la Juventus ha in campo. Kalulu e Gatti non hanno le qualità fisiche e tecniche che ha Bremer, ma un solo giocatore non può risolvere le problematiche che riguardano il gioco, involuto rispetto ad inizio stagione, la solidità difensiva, che non è data solo da chi difende e dal portiere, ma da tutta la squadra”.

“Gasperini tra i top 5 al mondo”

Perché secondo lei i giocatori che escono dal contesto Atalanta faticano a rendere allo stesso livello in altre squadre?

“Parto col dirti che per me Gasperini è tra i cinque migliori allenatori al mondo, se non addirittura tra i top 3. È un allenatore che dà la sua impronta, migliora il calciatore e gli permette di esprimersi al 100%. Se alcuni giocatori rendono bene sotto la sua guida e si confermano da altri lidi, uno può dire è un bravo allenatore; dal momento in cui questi non riescono a confermarsi quando lasciano l’Atalanta, oppure risorgono quando arrivano all’Atalanta, ti rendi conto che è un fenomeno. Ce ne sono diversi, Cristante, Mancini, Gagliardini, lo stesso Koopmeiners, andare a prendere dei giocatori dall’Atalanta è un rischio, o meglio io aspetterei un po’ di più, perché il cambiamento è radicale, cambiano le richieste dell’allenatore e i compiti in campo dei calciatori”.

La riproduzione dell'intervista è consentita previa citazione della fonte OA CALCIO

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