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Juventus, la fotografia di una stagione che può ancora cambiare

La Juventus coglie l’ennesimo pareggio della gestione Motta contro l’Atalanta: l’analisi sulla squadra bianconera e le risposte sul campo.

Thiago Motta Juventus
Juventus’ head coach Thiago Motta during the Serie A soccer match between Juventus and Como at the Allianz Stadium in Turin, north west Italy - Monday, August 19, 2024. Sport - Soccer . (Photo by Marco Alpozzi/Lapresse)

Ci sono momenti che un stagione possono cambiarla. O, semplicemente, confermare l’andamento sin qui, anche sfortunato. Perché c’è da dirlo: “Se qualcosa può andare storto, lo farà, nel momento peggiore possibile”. E la Legge di Murphy in questo senso è un po’ come una spada di damocle sulla testa della Juventus di Thiago Motta. E la fotografia di una stagione è proprio l’immagine del Gewiss Stadium, un pareggio che, per certi versi, va un po’ stretto, ma che è la conferma di una difficoltà nel riuscire ad arrivare alla vittoria.

Motta-Juve

Thiago Motta, Juventus (LaPresse)

Questione di millimetri

Una stagione, in parte, sfortunata. E qui l’immagine è una soltanto. Colpo di testa di Kalulu, palo e… E poi quell’urlo strozzato in gola dalla reattività di Carnesecchi. Questione di millimetri… forse uno o due al massimo, ma è la rappresentazione di quanto descritto prima con la Legge di Murphy. Pensare che poi il vantaggio è anche arrivato sempre a firma del difensore, bravo a inserirsi nello spazio lasciato libero dai movimenti dei compagni e, con un colpo da calcetto, superare il portiere nerazzurro. Sembra tutto in discesa ma alla fine così non è.

Atalanta-Juventus, è ancora un pari

Retegui torna dall’infortunio, entra e segna di testa l’1-1. Nel finale Zaniolo si fa murare un tiro da Di Gregorio, Yildiz fa mea culpa (chiedendo scusa anche al compagno) per non aver servito Mbangula per il possibile 2-1. Il triplice fischio consegna il 13esimo pareggio stagionale alla Juve. Tanti, forse troppi, ma è da segnalare anche la casella delle zero sconfitte. Da qui la Juve può ripartire perché ha dimostrato di tener testa all’Atalanta.

La distanza dalla zona Champions è di soli due punti, ma la stagione può ancora cambiare e Giuntoli è al lavoro per portare i rinforzi necessari a Thiago Motta. Ricambi più che mai doverosi viste le assenze e i troppi infortuni che hanno frenato la Juve nel momento migliore perché i primi mesi hanno dato una dimostrazione. Con la Juve al completo, o quasi, il gioco c’era e anche i risultati (le vittorie).

Juventus, l’errore di Motta

Alla fine è sempre lui a finire sul banco degli imputati. Volente o nolente è così. I tifosi ormai sono stanchi di vedere una Juve “accontentarsi” di un pareggio o non riuscire a vincere. Mettetela come volete. E l’opinione pubblica (i giornali per lo più) continuano a cercare paragoni e confronti con il passato che non stanno in piedi. Nella gara contro l’Atalanta l’unico appunto da fare al tecnico Italo-brasiliano è l’uscita dal campo di Thuram, il migliore in campo fino a quel momento. Ma, per spezzare una lancia a favore di Motta, ci sta avesse bisogno rifiatare perché ultimamente le sta giocando tutte e con le rotazioni risicate c’è da studiare il piano giusto per far riposare un po’ tutti. I cambi quelli sono e dal mercato stanno piano piano arrivando notizie confortanti per l’allenatore. E magari anche dall’infermeria…

Il mercato chiama, Giuntoli risponde

La Juventus ha bisogno di rinforzi per portare avanti una stagione dispendiosa sotto tanti punti di vista. Le assenze di Bremer-Cabal e quella prolungata di Milik hanno evidenziato l’assenza di ricambi in difesa (compresa la scelta su Danilo) e, soprattutto di un vice Vlahovic per caratteristiche e ruolo. Ragion per cui Giuntoli si è messo al lavoro per portare quanto prima pedine allo scacchiere di mister Motta. In pochi giorni sono arrivati Alberto Costa (terzino) e Kolo Muani (attaccante in grado di ricoprire più ruoli). Ma a questi si aggiungerà anche un difensore centrale o forse due. La fotografia della stagione è chiara e ancora è possibile invertire la rotta. Il tempo c’è e i bilanci, come sempre, si fanno alla fine.

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