La Premier League ci ha abituati spesso a favole di questo tipo: Davide contro Golia. I grandi del calcio europeo, i club più glamour (e ricchi) d’Inghilterra come Manchester City, Liverpool, Arsenal contro le realtà di provincia. Il calcio delle piccole realtà come Ipswich Town, Leicester e Nottingham. E la favola sembra ripetersi anche questa volta. Non a Leicester, dove nel 2016 Claudio Ranieri scrisse una pagina di storia clamorosa del gioco del calcio, ma 55 chilometri più sù.
Sulle rive del fiume Trent, nella città diventa famosa per la leggenda di Robin Hood. Qui gioca il Nottingham Forest, la terza squadra più antica al mondo dopo Notts County e Stoke City. La tradizione sportiva – nonostante anni bui – è di casa a Nottingham e a sensazione è che il 2025 possa portare la squadra di Nuno Espirito Santo a scrivere un’altra pagina di storia del calcio europeo.
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I numeri e la classifica
Sarà il cognome – vagamente angelico – del suo tecnico, ma il Nottingham Forest sta facendo qualcosa di clamoroso in Premier League. I numeri: 41 punti in 21 partite, 30 reti segnati e 20 subite (seconda miglior difesa dopo l’Arsenal a quota 18). Sei punti di distacco da quel Liverpool (che deve recuperare una partita) capolista, ma che i Tricky Trees sono stati capaci di mettere all’angolo, fermando la corazzata di Arne Slot sull’uno a uno. Statistiche da capogiro per una formazione promossa in Premier nel 2022 dopo 15 stagioni consecutive in Championship, e che lo scorso anno è arrivata a un passo dalla retrocessione. I Forest chiusero infatti al 17esimo posto, a +6 dal Luton retrocesso.
Nottingham Forest e l’epopea Brian Clough
Terzo anno consecutivo nel massimo campionato inglese e secondo posto momentaneo, che stanno facendo rivivere in quel di Nottingham l’epopea di un tempo. A cavallo tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80, i Reds erano una delle formazioni più forti (e vincenti) del calcio inglese. Il merito fu dell’allora tecnico Brian Clough, uno a cui la città di Nottingham ha dedicato una statua. Un tecnico considerato da tanti un innovatore, avanguardia pura sotto il profilo del gioco. Ma anche un grande sbruffone. Celebri furono le sue parole: “Non dico che ero il miglior allenatore nel giro. Ma ero nella Top 1”.
Arroganza a parte, sotto la sua guida il Nottingham Forest riuscì in un’impresa inimmaginabile. Sedutosi in panchina nel 1975, l’anno dopo Clough riuscì a regalare alla città una clamorosa doppietta. Prima la vittoria della Second Division (l’attuale Championship), poi quella della First Division (la Premier). Un traguardo clamoroso che è ancora tutt’oggi un record: il Nottingham Forest è l’ultima squadra ad aver vinto il massimo campionato inglese da neopromossa. Ma non solo, perché nel 1979 vinse anche la sua prima Champions League (ripetendosi anche l’anno dopo) e la Supercoppa UEFA.
La favola Leicester: sogno o possibilità?
Una favola, quella del Nottingham Forest che sembra ripercorrere le orme del Leicester. Di quella favola che nel 2016 culminò con la vittoria della Premier League. Tanti i punti in comune tra le due storie, a partire dalla dai due tecnici. Come a Leicester con Ranieri, anche a Nottingham non sono mancate critiche per la scelta di Espirito Santo. Subentrato a dicembre 2023 al posto di Steve Cooper, il portoghese non è stato accolto di buon grado dai tifosi Reds. Nonostante la buona annata al Wolverhampton, l’esonero dopo 10 giornate sulla panchina del Tottenham nel 2021, e la parentesi in Arabia all’Al-Ittihad non hanno certo aiutato.
I risultati, però, hanno dato ragione al tecnico. La salvezza dello scorso anno e il secondo posto momentaneo hanno messo a tacere critiche e mugugni. Il Nottingham sembra esser tornato quello di un tempo. Quello della gestione Brian Clough. E la domanda sorge spontanea: riusciranno a replicare quell’impresa?
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