Cinque stagioni da calciatore dal 1991 al 1996 (166 presenze e 1 gol), una miriade di trofei vinti (compresa anche la Champions League a Roma contro l’Ajax) e l’esperienza al fianco di Antonio Conte in qualità di collaboratore tecnico (2011-2014). Oltre ad Atalanta-Napoli, Massimo Carrera, in esclusiva ai nostri microfoni, non poteva non soffermarsi sulla sua Juventus che alle 18:00 ospita il Milan all’Allianz Stadium: “Giocare nella squadra per la quale fai il tifo penso sia il massimo per un ragazzino che ha dei sogni. La Juventus mi ha permesso di giocare al fianco di grandi campioni, di affrontare grandi campioni nelle coppe.
Ho realizzato il sogno che ogni bambino desidera realizzare quando si avvicina al mondo del calcio. Non c’è cosa più bella di vincere la Champions League che è stata anche l’ultima vinta dal club”.
LE FORMAZIONI UFFICIALI DI JUVE-MILAN
Massimo Carrera: “A questa Juventus mancano i leader”
La differenza sostanziale tra la Juventus degli ultimi anni e quella del primo anno di Conte sta nella mancanza di leader all’interno del gruppo squadra?
“Possiamo fare tutti i paragoni del caso ma ogni campionato ha una storia a sè. La differenza la fa il gruppo e la capacità dell’allenatore di tirar fuori il 100%. Noi quando siamo arrivati abbiamo trovato una buona base, c’erano dei giocatori di livello, alcuni avevano fallito negli anni precedenti o arrivavano da altre delusioni maturate con altre squadre. La Juventus di quest’anno sta ricostruendo, ci sono tanti giocatori giovani, che magari non hanno leadership. Nella nostra Juve è vero c’erano tanti leader in campo, leader che parlavano, leader al di fuori. Sì una delle differenze potrebbe essere questa”.
Milan-Juventus, grande classica del calcio italiano: c’è una sfida che ricorda maggiormente nel tuo passato da calciatore?
“Era un periodo in cui diverse squadre italiane potevano far affidamento sui grandi campioni. Il Milan di Sacchi era la squadra da battere con i vari Gullit, Rijkaard, Van Basten“.
“Milan rosa più forte, Juventus penalizzata dagli infortuni”
A livello dirigenziale, gestionale e a livello di organico nota delle differenze tra Milan e Juventus oppure soffrono di problematiche simili?
“A livello di organico il Milan sembrerebbe aver qualcosa in più rispetto alla Juventus, penalizzata anche dagli infortuni. Non so quali siano gli obiettivi stabiliti dalla dirigenza per le due squadre ad inizio stagione. Il progetto del Milan si è interrotto con l’esonero di Fonseca, quello della Juve continua con Thiago Motta anche se pareggia troppo. Aveva iniziato bene, poi si è un po’ persa, gli infortuni non hanno aiutato, vediamo cosa porterà il mercato”.
Si aspettava una Juventus così in difficoltà dopo i successi ottenuti con Conte prima e con Allegri poi?
“Quando finisce un ciclo bisogna essere bravi a saper trovare gli interpreti giusti, ad aspettare, a programmare e dopo ritornare a vincere. Non è semplice, ci vuole tempo, anche se spesso sembra che il tempo non basti mai. Penso che il programma della società è questo e che la Juve sia sulla strada giusta“.
A proposito di interpreti, a chi potrebbe affidarsi la Juventus per risalire la china?
“Il primo passo riguarda il recupero di tutti i giocatori infortunati in modo che l’allenatore possa contare sul gruppo al completo e possa lavorare per costruire un’identità”.
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