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Law, da Torino alla Premier: la storia del lord scozzese che ha ‘unito’ le due sponde di Manchester

Denis Law tra City e United: gli anni d’oro con i Red Devils, al fianco di Best e Charlton, e la parentesi sregolata al Torino

Denis Law
Denis Law (LaPresse)

“The King is dead”. Così i tabloid inglesi hanno annunciato la scomparsa di Denis Law, leggenda che ha segnato un’epoca del calcio mondiale. A 84 anni, ci ha lasciati uno dei protagonisti indiscussi degli anni ’60, simbolo di un calcio fatto di eleganza, talento puro e imprevedibilità. Icona della Scozia calcistica, ha lasciato il segno anche in Italia con il Torino, al fianco del connazionale Joe Baker in una stagione ricca di polemiche e sorprese.

Con il Manchester nel sangue, ha vissuto la sua vita calcistica tra City e United, come in futuro hanno fatto Meredith, Kidd, Cole e Tevez. Ma è con i Red Devils che ha scritto la storia. La sua carriera, fatta di passione e classe senza pari, ma anche di tante ostilità, resterà indelebile nella mente degli appassionati a questo sport.

Law, tra difficoltà e talento: la prima esperienza al City

Un adolescente magro, con un grave strabismo, eppure capace di guardare oltre ogni limite. Quando il calcio è nel DNA, niente può fermarti. Denis Law nasce nel 1940, in un’infanzia segnata dalla durezza della Seconda Guerra Mondiale. Il padre fa il pescatore, la madre il possibile per i suoi sette figli. Fino a 12 anni rimane scalzo, a 16 riceve i primi scarpini da calcio.

La sua figura minuta, la vista imperfetta e il fisico fragile non sono ostacoli. Solo dettagli nell’emergere del suo talento. Dopo aver iniziato come terzino, poi spostato come mezzala, ad Aberdeen attira l’attenzione di Andy Beattie, manager dell’Huddersfield, che non esita a pagargli l’intervento per correggere il suo strabismo. Una scommessa che si rivela vincente, con il giovane scozzese che molto presto finisce nel mirino del Manchester City. Il club inglese, nel 1960 lo acquista per una cifra record: 55.000 sterline.

A Manchester, Law sblocca il suo enorme potenziale, facendo intravedere la stoffa del campione. Ma le sue ambizioni sono più grandi, e a bussare alla sua porta è l’Italia: il Torino lo vuole, e con la maglia granata entra in scena un altro capitolo della sua straordinaria carriera. Il talento di Law, forgiato tra difficoltà e sacrifici, muove i primi passi per divenire leggenda.

Denis Law

Denis Law (LaPresse)

Law al Torino: un’esperienza segnata dagli eccessi

Gigi Peronace, nel 1961, ci vede lungo puntando su Law. La voglia di vincere di Denis lo porta in Italia, dove il Torino, che aveva scritto la storia prima della tragedia di Superga, mette a segno un acquisto da grande club. O almeno credeva. All’ombra del Filadelfia, arriva insieme al suo connazionale Baker. Innesti di qualità, ma dal carattere vivace.

La loro vita da atleti è tutt’altro che ordinaria. Prima il pugno di Baker al fotografo Celio Scapin, poi l’incidente che li vede coinvolti dopo una notte di festa, oltre al loro costante legame con la dolce vita. L’ex Hibernian viene allontanato prima dal club rispetto a Law. La fine del rapporto tra i granata e l’ex City arriva in seguito a una gara di Coppa Italia contro il Napoli, dove ignora le indicazioni dell’allenatore.

Dopo una stagione con i piemontesi, il suo futuro sembra comunque destinato a Torino, ma con la maglia della Juventus. Alcuni raccontano che a farlo desistere da questa scelta sono stati proprio i tifosi granata. Alla fine sceglie infatti l’Inghilterra e passa ai Red Devils per 115.000 sterline.

Denis Law

Denis Law (LaPresse)

Gli anni d’oro con lo United e il ritorno al City

Dopo l’esperienza al Torino, per Denis Law arriva la consacrazione definitiva con il Manchester United di Matt Busby. Undici anni di storia leggendaria con i Red Devils, durante i quali inizia a riempire la sua bacheca con trofei prestigiosi: FA Cup, Premier League, Charity Shield, Coppa dei Campioni, e il Pallone d’Oro nel 1964, unico scozzese a riuscirci.

La grande era dell’United, simbolicamente rappresentata dalla “United Trinity” – Law, Best e Charlton – a cui è dedicata la celebre statua davanti a Old Trafford. Il suo percorso, però, è segnato anche da infortuni, tra cui un grave problema al ginocchio che richiede un intervento chirurgico e che, purtroppo, segna la fine dei suoi anni d’oro con il Manchester United.

Il pensiero comune è uno solo: il ritiro. Ma il giocatore vuole partecipare ai Mondiali del 1974. Così, dopo aver scritto la storia con i Red Devils, torna a indossare la maglia degli Sky Blues, club con cui chiude la sua carriera calcistica. E proprio con il City, si rende protagonista di un altro momento iconico: nel derby contro lo United, segna un gol di tacco che spegne definitivamente ogni speranza rivale di rimanere in First Division. Nel agosto del 1974, appende gli scarpini al chiodo, con il suo nome per sempre inciso nell’epopea del calcio.

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