“Ossessione per la vittoria“, un tema che ha girato nei corridoi della Juventus nelle ultime settimane. Un frase equivoca di Thiago Motta ha scaldato le ultime conferenze e anche i salotti televisivi. Talmente tanto che l’allenatore ha dovuto più volte precisarlo: “Vogliamo il successo, lavoriamo per questo”.
E l’atteggiamento differente si è visto contro l’Atalanta e il Milan. Ora i bianconeri dovranno replicare la stessa prestazione anche in Champions League contro il Brugge. La top 8 non è lontana e con due vittorie la Vecchia Signora potrebbe sperare di rientrarci. Prima di tutto però deve ipotecare i playoff e contro la squadra belga non sarà semplice, vista la sua forma fisica e anche i precedenti.
Brugge-Juve e il maledetto 78
Il Brugge è una squadra in salute: cinque vittorie di fila in campionato e lotta al titolo viva con il Genk. Tanti sono i talenti da monitorare, a partire da Tzolis e Onyedika. Ma in passato i belga hanno dato filo da torcere alla Juventus. Bisogna spostare il calendario indietro di molti anni e tornare al 1978 per la prima sfida tra le due squadre. Un precedente che la Vecchia Signora ricorda a malincuore e che costò la finale di Champions League ai bianconeri.
Era la Juve di Bettega, autore del gol che regalò la vittoria al club italiano nella sfida d’andata della semifinale al Comunale. Nel match di ritorno però Bastijns rimise tutto in equilibrio, portando la gara ai supplementari. Ma nell’extratime la formazione del Trap rimase in dieci per il rosso a Gentile e a quattro minuti dai calci di rigore, Van Der Eycken realizzò un gol storico che valse la finale dell’allora Coppa Campioni, persa poi contro il Liverpool di Dalglish.
La rivincita nel 2005
I bianconeri si presero poi la rivincita nei gironi di Champions League 2005-2006. La partita d’esordio della competizione si giocò nello stesso stadio che attenderà la Juve stasera (Jan Breydel), e successe tutto nella ripresa: i gol di Nedved e Trezeguet indirizzarono il match, solo parzialmente riaperto dalla rete di Yulu Matondo nel finale. Al ritorno al “Delle Alpi” ci pensò Del Piero a mettere le cose in chiaro e a regalare tre punti alla squadra di Capello. Ora Thiago Motta spera di rivivere più questo finale rispetto a quello 78 per continuare ad avere il sorriso stampato in volto e trasferirlo poi alla sua “creatura”.