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Marco Palestra, Atalanta

Interviste

Palestra, prodotto Atalanta raccontato dall’ex allenatore: “Così ha convinto Gasp”

La crescita dell’esterno della Dea, il cambio ruolo, la passione, i segreti dello scouting nerazzurro e la nuova esperienza al Mantova: l’intervista esclusiva a Oa Calcio all’ex allenatore del settore giovanile dell’Atalanta, Marco Fioretto, ora tecnico delle giovanili biancorosse

Sogna ragazzo, sogna, da Roberto Vecchioni all’Atalanta il pensiero è lo stesso, a partire dal settore giovanile, punta di diamante del progetto Percassi. Una religione, un vero e proprio credo che si professa tra i corridoi di Zingonia. E l’ultimo a beneficiare del grande lavoro della Dea è Palestra. L’esterno classe 2005 giocherà titolare in Champions League contro lo Sturm Graz come ha annunciato Gasperini nella conferenza stampa alla vigilia: “Credo sia arrivato il momento per lanciarlo in una partita importante, credo che questo ragazzo possa essere una bella sorpresa”. Ma a plasmarlo e a credere in lui quando ancora era minorenne ci ha pensato Marco Fioretto, ex tecnico delle Under nerazzurre e ora al Mantova con lo stesso obiettivo: accompagnare i ragazzi. E ha raccontato la sua esperienza in esclusiva a Oa Calcio.

Fioretto racconta Palestra: il valore umano e il primo ruolo

Palestra giocherà titolare con l’Atalanta in Champions contro lo Sturm Graz. Lo ha annunciato Gasperini. Lei lo ha allenato, ce lo racconta?

“Lui è sempre stato un ragazzo con una passione incredibile per il calcio. Non salta mai un allenamento, ci mette la passione. Da giovane forse qualche insicurezza l’aveva e da un punto di vista agonistico aveva bisogno di crescere. La fame e la voglia di lottare in campo è riuscito poi a conquistarla, è cresciuto con il tempo e per il modo in cui lavora è destinato a farlo ancora”.

E dal punto di vista tecnico che giocatore è?

Quando ho iniziato ad allenarlo in U16 faceva la mezz’ala, poi dopo l’ho proposto come esterno. All’inizio ha fatto fatica ad accettarlo, non era abituato. Negli anni ha avuto un’evoluzione fisica notevole, può giovare di corsa e resistenza, poi è molto abile con entrambi i piedi”.

Marco Palestra, Atalanta

(Photo by Spada/Lapresse)

I segreti del settore giovanile dell’Atalanta

Quali sono i segreti del settore giovanile dell’Atalanta?

“Fanno grandi investimenti nel settore giovanile fin dall’attività di base. Fin da quando i ragazzini sono molto piccoli fanno una grande selezione, c’è un ottimo lavoro di scouting. Poi quando entrano a Zingonia i ragazzi hanno la sensazione di far parte di una società che è orgogliosa di portarli nel professionismo. Da tante parti si sente parlare di investimento sui giovani, ma poi non tutti ci credono. L’Atalanta invece riconosce il settore giovanile come una risorsa”.

Un Palestra al Mantova?

Speriamo. Quando i ragazzi sono giovani ce ne sono tanti bravi ed è difficile capire chi tra loro arriverà a livelli altissimi. Ci sono tanti fattori che subentrano, come l’evoluzione fisica. Una cosa che ho notato è che se manca la voglia, difficilmente poi si arriva. Chi arriva nel professionismo è perché ha voglia di lottare. Anche qui qualche ragazzo c’è, ma ancora è prematuro parlarne”.

Possanzini, Gasperini e il calcio propositivo

Possanzini è un allenatore che ama fare un calcio propositivo, un po’ anche come l’Atalanta di Gasperini. L’impronta è la stessa anche per i ragazzi del settore giovanile?

“Bisogna prendere dalla prima squadra la voglia di essere propositivi per avere mentalità e consapevolezza. Poi però non bisogna farsi attrarre dalle strategie che hanno Possanzini o Gasperini. Noi dobbiamo dare delle basi che poi i ragazzi possono sfruttare quando saranno grandi, il lavoro è più profondo e basato sulle fondamenta e sulle abilità individuali”.

Qual è la cosa più importante da insegnare ai ragazzi?

“Penso che oltre agli aspetti di campo, a fare la differenza siano le abilità tecniche dentro il gioco. Quanto un giocatore possa fare la differenza sfruttandole in campo. Tutto abbinato a un aspetto mentale di grande sacrificio e determinazione”.

L’importanza della scuola nel progetto Mantova

Anche la scuola è importante, il presidente ha detto che ci avrà più di due insufficienze non giocherà più nel Mantova.

“Ovviamente non si farà la conta delle insufficienze, quella è stata una provocazione, ma è stato un bel messaggio che il presidente ha voluto mandare. A volte i ragazzi dimenticano quali siano le cose più importanti e va dato il giusto peso alla scuola. Ha voluto sensibilizzare le famiglie, facendo capire che qui al Mantova siamo interessati al percorso scolastico”.

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