La Juventus sembra vivere nel Labirinto di Cnosso ma senza filo di Arianna. O almeno questo è quello che succede contro le squadre che si chiudono. E l’esempio del Brugge è solo l’ultimo di tanti. I bianconeri di Thiago Motta riescono a trovare la strada solo contro chi gliela lascia libera, come l’Atalanta o altre big che giocano a viso aperto. Quando davanti alla Vecchia Signora si presenta il muro, ritornano sempre le stesse difficoltà e difficilmente la squadra riesce a trovare la via d’uscita.
Veiga, il filo di Thiago Motta
Ora però Thiago Motta potrebbe avere il suo filo. Di chi si tratta? Renato Veiga (qui la sua storia). Il giovane difensore, classe 2003, arrivato in prestito dal Chelsea (manca solo l’ufficialità), ha le caratteristiche che mancavano in rosa e soprattutto è mancino. La catena difensiva della Juve ha spesso risentito in costruzione a causa della mancanza di un sinistro per favorire un migliore e rapido giro palla. Kalulu si è adattato molto bene e spesso con le sue sgroppate dà una mano alla squadra per cercare di arginare il muro avversario.
Gatti invece va più in difficoltà e tende spesso a giocare in orizzontale anche quando c’è l’opportunità di conquistare metri. Tanta corsa, grinta, anticipo, ma poca visione. E l’allenatore della Vecchia Signora potrebbe riceverla dal neo acquisto portoghese, che si è distinto per capacità tecniche e somiglia molto a Calafiori, uno dei segreti del Bologna dello scorso anno.
🇵🇹 Renato Veiga vs 🇮🇹 Riccardo Calafiori
Did Chelsea buy the right Left Back?🤔 pic.twitter.com/3Pr0EUiuo3
— Dragonyte (@Dragonyte_CFC) October 4, 2024
L’idea Calafiori per abbellire la Juve
Veiga e Calafiori condivido prima di tutto lo stesso passato al Basilea. Entrambi hanno scoperto le loro potenzialità in Svizzera e si sono messi in mostra per dare un lancio alle loro carriere. E poi ad accomunarli è il loro mancino dolce. Le statistiche di entrambi mettono in risalto giocatori bravi con il pallone tra i piedi e capaci di trovare soluzioni non banali.
Entrambi possono fare i centrali grazie alla loro stazza fisica e senso dell’anticipo e possono giocare anche terzini, una duttilità che potrebbe permettere al tecnico bianconero di variare gli uomini in base all’avversario che ha di fronte. L’italiano era il sogno di Thiago Motta la scorsa estate. Poi è sfumato. Da Riccardo a Renato, ora l’allenatore è pronto a scartare il suo regalo, anche se il biglietto di auguri è in portoghese.