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Lautaro, Carpe Diem: tutti in piedi a San Siro per il Capitano

La vittoria dell’Inter contro il Monaco restituisce l’immagine di un Lautaro Martinez sempre più maestro-guida dei nerazzurri

Lautaro Martinez
Lautaro Martinez (Lapresse)

Non sarà allo stesso livello della pellicola di Peter Weir, ma l’Inter di Simone Inzaghi si avvicina dannatamente a “L’attimo fuggente”. Quella scena iconica nel finale quando, a uno a uno, gli studenti salgono sul banco per rendere omaggio al professore John Keating. “Capitano, mio capitano”: l’urlo che rimbomba nell’aula. Un’immagine intrisa di un significato universale, che sembra racchiudere l’essenza che è implicita in ognuno di noi. Tutti sentiamo il bisogno di un maestro, una figura guida. I ragazzi del collegio di Welton avevano il prof Keating. L’inter, Lautaro Martinez. 

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Lautaro Martinez: il coraggio di crederci

Ed essere un maestro, in questa Inter, non è cosa da tutti. Lautaro, invece, sembra incarnare alla perfezione questo valore. Coraggio, personalità, individualità: così si è ripreso la sua Inter. Ripreso, appunto. Perché c’eravamo sbagliati di grosso anche solo a pensare – ad inizio stagione – che Lautaro Martinez fosse in difficoltà. Certo, quando il gol non arriva l’attaccante non vive un buon momento. È la regola non scritta che accomuna chiunque viene pagato per segnare. Ma l’argentino ha saputo lavorare su sé stesso. Lì dove chiunque sarebbe andato nel panico, lui ha invece saputo aspettare. E alla fine il campo gli ha dato ragione. 

Inter, l’obiettivo è chiaro: “Vincere la Champions”

Contro il Monaco è arrivata la sua terza tripletta in nerazzurro. La prima in Champions League. Un traguardo importante che lo proietta (al pari di Dembele e Mbappe) in vetta alla classifica dei migliori del 2025 nei Top5 campionati europei. Tre indizi che fanno una prova perché l’obiettivo è ormai chiaro: “Vincere la Champions League”. Ma la tripletta di San Siro racconta di un calciatore che due settimane dopo è tornato a battere un rigore, con annesso brivido per la deviazione Majecki. Racconta la precisione nel tiro di prima sull’assist di Barella e la caparbietà nell’andare a trovare il tap-in per il 3-0 finale con annessa ovazione di San Siro. Non potrebbe essere altrimenti. Un’antica locuzione latina recita “Carpe Diem”. Cogli l’attimo. E Lautaro quell’attimo l’ha saputo cogliere.  

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