Gavetta, spregiudicatezza e autocritica: c’è tutto quello nel primo sigillo in UEFA Champions League di Samuel Mbangula. Una rete che dice tanto del ragazzo scuola Juventus Next Gen. Da chi non ti aspetti – ma sicuramente speri -, dal peso specifico inqualificabile per il morale del calciatore e dei colori bianconeri. Un gol che lui stesso ha costruito, a partire dalla metà campo. Poi Douglas Luiz, la sfuriata sulla destra di Francisco Conceicao e la respinta dell’estremo difensore del PSV su cui il belga è stato il più lesto ad arpionarsi. Un’esplosione di gioia che porta con sé tutto il duro lavoro che il classe 2004 ha svolto in questi anni nell’accademy bianconera.
“Con Motta non riusciamo a fare meglio”: Juve, la vittoria non basta
Mbangula, una crescita costante nonostante l’autocritica
Praticamente una vita trascorsa con la maglia della Juventus. La Primavera 1, poi la Next Gen e da inizio di questa stagione la prima squadra. Un climax ascendete di opportunità che si è aperto lo scorso 19 agosto con il gol all’esordio assoluto in Serie A contro il Como. E che nella serata di ieri, martedì 11 febbraio, è culminato con la prima rete nella competizione più chic d’Europa. Un’evoluzione – tecnica e umana – ricercata con estrema minuzia dal calciatore stesso. “Non sono contento”, ha detto Mbangula ai microfoni di Sky Sport. “Questa è la mia sensazione. Ho fatto gol ma so che posso fare molto meglio, non sono entrato bene in campo”.
Severo e autocritico: due tratti che Thiago Motta sta provando a plasmare sulla pelle del belga. “Sono contento che non sia contento della sua prestazione”, ha dichiarato il tecnico bianconero nel post-gara di Juve-PSV. “Io sono contentissimo della sua prestazione. Ha commesso qualche errore, ma in tanti altri aspetti sono veramente soddisfatto”. Eppure, i numeri dicono che Samuel Mbangula è uno dei prospetti più interessanti del campionato italiano. Un calciatore – legato al club bianconero fino al 30 giugno 2028 – per cui nelle scorse settimane sono arrivate offerte a sei zero dalla Bundesliga e dalla Ligue 1. Tutte rispedite al mittente, nonostante un legame eloquente tra i prodotti della Juve Next Gen e le plusvalenze.
Juventus Next Gen, la fucina di talenti… e di soldi
E non è un caso che Mbangula potrebbe rientrare nella lunga lista di calciatori plasmati nelle giovanili bianconere e rivenduti a cifre mostre. Lo stesso classe 2004, fu portato alla Next Gen nell’estate del 2020 per soli 390mila euro. E la storia bianconera è piena zeppa di talenti cresciuti proprio nella formazione che attualmente milita nel Girone C di Serie C, e poi rivenduti. I casi più iconici: Enzo Barrenechea e Samuel Iling–Junior, entrambi ceduti all’Aston Villa la scorsa estate rispettivamente per 8 e 18 milioni più tre di bonus.
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Dean Huijsen (Lapresse)
E ancora: Matias Soulé, ceduto in estate alla Roma per 26 milioni più quattro di bonus. E non per ultimo: Dean Huijsen, passato al Bournemouth per 18 milioni e adesso osservato speciale del Real Madrid. A conti fatti: 70 milioni di plusvalenza – senza contare Kenan Yildiz, perno centrale della prima squadra – realizzati con una “semplice” formazione di Serie C. La domanda sorge spontanea: Mbangula resterà o sarà ceduto come i suoi predecessori?
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