Nella settimana dedicata a Sanremo, trovare il tempo per il sonno è complicato. C’è chi si abbatte in una dolce fase Rem prima del risveglio e chi invece turbato da altri problemi cade in forti incubi. Spesso sono a tinte giallorossi. Pesadelos, in portoghese li chiamano così. E la Roma a Porto ne ha vissuti tanti. I giallorossi in campionato stanno rimontando, rispetto al pessimo inizio di stagione, ma l’Europa League può essere un grande aiuto per migliorare l’autostima della squadra e fare pensieri diversi durante le giornate. Ma Ranieri ha un compito difficile, un vero e proprio tabù da sfatare.
Roma, incubi col Porto: un tabù da sfatare
Fare i conti con il passato è una cosa che tocca a tutti. Dalla vita al campo, l’esperienza è il primo segreto per non commettere gli stessi errori. La Roma storicamente con il Porto ne ha fatti sempre tanti. Si sono incontrate tre volte e sempre in una doppia sfida da dentro o fuori. La prima volta nel 1981 nella Coppa delle Coppe, con un 2-0 complessivo che ha sancito l’eliminazione dei capitolini. Per tanti anni poi non si sono più incrociate, fino ai preliminari di Champions League del 2016 (3-0 in Portogallo e 2-1 a all’Olimpico) terminati sempre con il passaggio del turno dei Dragoes. Nel 2021 invece si sono sfidate agli ottavi sempre della Champions, con la squadra dell’allora allenatore Di Francesco sconfitta solo ai tempi supplementari (2-1 per la Roma all’andata e 3-1 per il Porto nel match di ritorno dopo i supplementari). Un vero e proprio tabù da sfatare. E ora Dybala e compagni avrà un’altra chance.

(AP Photo/Luis Vieira)
Come gioca il Porto
Il Porto è cambiato negli anni. Dall’addio di Sergio Conceicao ha perso quell’identità sfrontata e aggressiva del suo 4-4-2, ma resta comunque una squadra imprevedibile, privati di grandi mezzi. In estate ha perso Francisco Conceicao, passato in prestito secco alla Juventus, mentre nell’ultimo mercato ha arricchito le proprie casse con le cessioni di Nico Gonzalez al Manchester City per 60 milioni di euro e Galeno all’Al Ahli per 50. Due perdite importanti, ma che fanno respirare il club, pronto a investire la cifra su nuovi giovani da lanciare. Il pericolo numero uno resta Omorodion, talento del 2004 arrivato dall’Atletico Madrid dopo una lunga concorrenza sul mercato.
PORTO (3-5-2, la probabile formazione): Diogo Costa; Pedro, Perez, Djalo; Joao Mario, Varela, Eustaquio, Moura, Mora; Pepe, Omorodion. All. Anselmi
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