Terremoto in vista in casa PSG? Secondo quanto riferito da l’Agence France Press, tra le agenzie di stampa più influenti in Francia e nel mondo, la posizione del presidente del club Nasser Al-Khelaifi nell’ambito dell’inchiesta sulla SCA Lagardère si sarebbe complicata in maniera grave.
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PSG, Al-Khelaifi incriminato: cosa succede?
Secondo l’agenzia francese, il numero uno del club parigino è stato incriminato lo scorso 5 febbraio con le accuse di “complicità nell’acquisto di voti” e “violazione della libertà di voto”, insieme a “complicità nell’abuso di potere a danno della SCA Lagardère”. Il General Manager della società è stato accusato di “diffusione di informazioni false o fuorvianti, acquisto di voti, abuso di beni aziendali, abuso di potere e bilancio non depositato”. E un ruolo chiave in questa diffusione lo avrebbe ricoperto proprio il patron del PSG che avrebbe utilizzato la sua influenza per convincere il fondo sogno dell’Emirato QIA. Nello specifico, avrebbe esortato il gruppo a modificare la propria posizione in una disputa interna riguardante la governance del gruppo, in cambio di una commissione.
“Sono sorpreso di essere qui oggi, non ho avuto alcuna influenza su questo caso”, ha dichiarato Al-Khelaifi. “Mi trovo nel mezzo di questo caso in cui non ho alcun collegamento semplicemente sulla base di una singola comunicazione telefonica riguardante un problema con il Qatar, una domanda che ho trasmesso e il mio ruolo si è limitato a quello”. Nonostante le smentite del caso, l’incriminazione potrebbe aver degli effetti devastanti in casa PSG. Da qui la minaccia di chiudere i rubinetti, ritirando qualsiasi tipo di investimento nei confronti del club parigino.
City: retrocessione o penalizzazione?
Una situazione preoccupante, quella del Paris Saint Germain a cui il calcio moderno non è estranea. E non è un caso che nel solo 2024-2025 tre tra i più grandi club d’Europa (e del mondo) verismo in uno stato di grande incertezza. Accanto alla questione PSG-Al-Khelaifi, impossibile non citare i caso Manchester City e Barcellona. Tre situazione paradossali, ed estremamente diverse tra logo, che vedono coinvolte nelle aule di tribunale tre tra le formazioni più influenti del globo.
Sugli inglesi grava la questione relativa alle 115 violazioni del Fair Play finanziario inglese. Nel dettaglio, 80 violazioni delle regole finanziarie tra la stagione 2009-2010 e 2017-18 e altre 35 per non aver collaborato con la Premier League per un’indagine tra il dicembre del 2018 e il febbraio del 2023. Lo scorso dicembre si è tenuta la prima udienza dove, naturalmente, il club di Pep Guardiola ha negato il compimento di qualsiasi tipo di illecito.
Barcellona e qui 2,5 miliardi di debiti
Intanto la magistratura segue il suo corso, con il Manchester City che – in caso di accertamento del compimento degli illeciti – potrebbe subire una pensate penalizzazione in classifica o, addirittura, la retrocessione in Championship. Ma non finisce qui perché non ce due senza tre. Oltre City e PSG, l’altra big d’Europa che non se la passa bene è il Barcellona. I guai economici dei blaugrana sono ormai storia: da cinque stagioni le casse societarie vivono una situazione drammatica che si riflette anche sul campo.
La cifra dei debiti – mai confermata ufficialmente – ammonterebbe a 2,5 miliardi di euro. Una cifra spaventosa che nelle scorse settimane non ha comunque evitato il tesseramento di Dani Olmo. La querelle legata al calciatore spagnolo ha tenuto banco per tutto il mese di gennaio, scadendo l’ira delle altre società che hanno minacciato una class action contro i blaugrana. PSG, Manchester City e Barcellona: tre bombe ad orologeria che potrebbero esplodere da un momento all’altro. Il calcio dei megalomani vacilla ma a pagarne saranno solo i tifosi.
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