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City-Guardiola, quando il calcio avanza e l’anima ne risente: dentro la crisi interiore di Pep

Il momento catastrofico di Pep Guardiola sulla panchina del Manchester City è uno dei dilemmi che più assale gli amanti del calcio

Guardiola Manchester City
Pep Guardiola (Lapresse)

Cosa stia succedendo al City di Pep Guardiola è uno dei dilemmi che più assale gli amanti del calcio. Come può un allenatore, anzi, un rivoluzionario del calcio contemporaneo cadere rovinosamente sotto il peso delle proprie idee? Come può un tecnico non riuscire più a trovare il bandolo della matassa nonostante una squadra imbottita di talenti che, nel mercato di gennaio, ha speso altri 200 milioni. Dubbi, martellanti dubbi, che assalgono giornalisti e cronisti che da settimane stanno assistendo a uno sgretolamento di Pep. Non solo sotto il profilo dei risultati, ma anche sotto quello comunicativo. 

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Guardiola, ostacolo Newcastle: “Non sono abbastanza bravo”

E la conferma è arrivata anche alla vigilia della sfida contro il Newcastle (in programma oggi alle 16:00). “Non sono abbastanza bravo nel risolvere il problema, non capisco cosa non vada”. Si rimane di stucco ad ascoltare queste parole. Pep l’ha ripetuto più volte, a confermare la sua impotenza dinanzi a questo momento. E i numeri certo non aiutano: lo scorso anno trionfò in Premier con sole tre sconfitte. Oggi, dopo 24 partite, ne ha già perse sette. Due anni fa trionfava in Turchia in Champions contro l’Inter. Oggi ha raggiunto a stento i play-off e martedì di è visto beffare dall’amico Ancelotti. 

Ma non dategli del finito, anche se alcune uscite lo farebbero pensare. “Il Liverpool e l’Arsenal sono sempre stati più forti di noi”, ha detto in conferenza. “Ma prima abbiamo avuto fiducia con la palla tra i piedi e ora soffriamo quando l’abbiamo”. Non sembra lui. Non sembra di star ascoltando le parole di uno tecnico che ha rivoluzionato – tra Barça, Bayern e City – il gioco del calcio. Quanti allenatori si sono ispirati e hanno cercato di copiare (male) il suo credo calcistico? Ma ora lo stesso Pep sembra non riuscirne a venire a capo. E si danna l’anima, si graffia il capo ma dice una verità che fa ancora più male. 

Ho chiesto a Gundogan ‘Sei stato un anno a Barcellona e sei tornato, è cambiato qualcosa in Premier?’ E lui mi ha risposto: ‘Si, parecchio”. Tutto è diverso in un solo anno: “Incredibile” ha detto, stupito, Guardiola. E allora: come uscirne? Di sicuro ritrovando sé stessi prima ancora del credo tecnico-tattico. Il tempo scorre veloce. guardiola-City: è arrivata la fine di un’era? 

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