Tapirato! Le immagini della consegna del simpatico tapiro da parte dell’inviato di Striscia la Notizia Valerio Staffelli a Zlatan Ibrahimovic hanno fatto presto il giro del web. La debacle del Milan in UEFA Champions League contro il Feyernood ha restituito l’istantanea di un gruppo che adesso, per dare un senso alla stagione, dovrà chiudere almeno quarto in campionato. E, magari, regalare una gioia in Coppa Italia. È il diktat che rimbalza da qualche ora da Milanello: la sconfitta contro gli olandesi ha generato un effetto a cascata allarmante.
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Ibra-Milan, un Tapiro che dice tanto…
A finire sul banco degli imputati il gruppo, prima ancora che i singoli. E di questo il Senior Advisor di RedBird non ne ha fatto un mister. “Siamo delusi e amareggiati – ha detto Ibra ai microfoni di Striscia -. Il Tapiro è meritato. Non è stato un momento positivo. È mancata maturità, ma ora l’obiettivo è rimanere uniti come gruppo per il campionato e la Coppa Italia”. Una dialettica aziendalista, e non potrebbe essere altrimenti per l’ex attaccante rossonero. Ma il passaggio sulla “mancata maturità” lascia interdetti. O meglio, apre a più di una riflessione attorno a questo Milan.
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Un discorso che affonda le sue radici lontano. Innanzitutto nelle scelte estive – in termini di tecnico e di rosa – sconfessate sul fine dell’anno con l’esonero di Fonseca in favore di Conceicao. E, in seconda battuta, con la rivoluzione nel mercato invernale voluta dal portoghese. Ed è proprio ii tema più discusso: a cos’è servita? Il Milan è fuori da una competizione che poteva rivelarsi una miniera d’oro. Prima ancora che un palcoscenico e una vetrina per squadra, tecnico e società.
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Theo Hernandez Milan (Lapresse)
Errori singoli e di squadra: ma la fiducia?
Ma a destare più preoccupazione è l’atteggiamento di questo Milan. Personalità e maturità che si misura nelle piccole cose: negli errori – folli – di un calciatore del calibro di Theo Hernandez. Prima di lui: Maignan all’andata al De Kuip, Musah e Gabbia contro la Dinamo Zagabria. Episodi che sembrano convergere in un’unica direzione. Che poi è quella che il Senior Advisor ha lasciato intendere ai microfoni di Striscia: al Milan manca la sostanza. O meglio, manca il carattere del duo Ibrahimovic-Conceicao. Due sergenti di ferro che fanno a pugni – metaforicamente parlando – con un gruppo inconsistente. In un gruppo fatto di singoli svogliati e di calciatori che preferiscono tuffarsi nel vuoto anziché calciare. Per poi scusarsi sui social.
Una dicotomia allarmante che Sergio Conceicao dovrà essere bravo ad annullare. O almeno a mascherare. “Ha la nostra piena fiducia”, ha rassicurato Ibra. Ma il quesito è un altro: e se non fosse solo questione di maturità?
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