“Quanto è forte la botta di questa sera? Tanto. Fa male perché ce l’avevamo in mano e abbiamo buttato via una qualificazione”. Il riassunto di PSV-Juve è tutto concentrato nelle parole di Manuel Locatelli dopo il triplice fischio. Dopo le delusioni di Milan e Atalanta, anche i bianconeri di Thiago Motta hanno deciso di contribuire ad alimentare l’Annus horribilis delle italiane in Europa. Un harakiri – il terzo nel giro in due giorni – che ridimensiona in maniera netta le speranze di quinto slot Champions per il prossimo anno. Ma sopratutto – specie per la Vecchia signora – ridimensiona e, forse, rende l’idea della stagione sin qui disputata.
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PSV-Juve: 120 minuti per riassumere una stagione
E l’essenza della stagione è tutta racchiusa nei 120 minuti contro il PSV. Su e giù: questa volta nell’arco di appena sette giorni. Se allo Stadium si era intravista una Juve solida, brava a contenere il baricentro basso degli olandesi e a colpire in ripartenza, al Philips Stadion quelle certezze sono venute meno. Anzi, non si sono proprio viste. Una gara, quella disputata dai ragazzi di Thiago Motta disputata con leggerezza. Con quel pizzico di superbia – mista a spavalderia – di chi, forte dell’andata, è già sicuro di avere il risultato (e quindi la qualificazione) in tasca.
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Juventus’ head coach Thiago Motta during the Serie A soccer match between Torino and Juventus at the Stadio Olimpico Grande Torino in Turin, north west Italy – Saturday, January 11, 2025. Sport – Soccer . (Photo by Marco Alpozzi/Lapresse)
Invece i 90 minuti più supplementari del Philips Stadion hanno restituito il benservito a Kolo Muani e compagni. E a dirla tutta, la Juve aveva anche retto bene – nonostante l’infortunio di Renato Veiga – nel primo tempo. Poi, nella ripresa tutto è cambiato: il ritmo della partita è salito proporzionalmente ai decibel dell’impianto. Il risultato? Due gol in venti minuti dei padroni di casa intervallati dal siluro dalla distanza – risultato poi inutile – di Weah. E i supplementari, così come l’epilogo, sono storia – purtroppo – già nota.
E adesso?
Una sconfitta – e dunque un’eliminazione – che sanno di diluvio in casa Juve. Non solo sotto il profilo economico: le entrate della nuovissima (e ricchissima) Champions League potevano essere decisamente più generose rispetto ai 64 milioni incassati. Ma sopratutto sotto il profilo del gioco e delle certezze. Quest’ultime sconosciute ai ragazzi di Thiago Motta. Ma ora è inutile rimarginare: quarto posto in campionato e Coppa Italia. Il destino della Juve è già segnato. Obiettivi minimi, altrimenti sarà un fallimento totale.
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