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Lucca e non solo: esisteva una volta il rigorista designato

Le scene di Lecce-Udinese con la maretta Lucca-Thuavin sono solo l’ultimo caso di rigore scippato a un compagno di squadra

Lucca
Lorenzo Lucca (Lapresse)

Le scene del Via del Mare in occasione di Lecce-Udinese fotografano con esattezza due questioni allarmanti. La prima (non certo una novità): il tema degli arbitri e del VAR. La seconda – più romantica, ma anche questa diventata una costante – l’addio alla figura del rigorista designato. Questioni che s’intrecciano e molto spesso finisco con l’avere l’effetto registrato ieri attorno alla mezz’ora dell’antico della 26esima giornata. 

Il primo punto: l’arbitro e il VAR. Ancora una volta dubbi per un calcio di rigore che Giampaolo ha definito “Una follia. Da arresto”. Le immagini hanno ormai fatto il giro del web: contatto alto tra Jean e Lovric con il calciatore del Lecce che tocca, involontariamente, col braccio. L’arbitro lascia correre ma viene richiamato dal VAR che assegna calcio di rigore. “Facciamo una fatica enorme a capire regole e protocollo”, ha tuonato il patron del Lecce Saverio Sticchi Damiani. “L’arbitro dal campo fa segno platealmente che si può continuare. Il VAR è intervenuto su un qualcosa già giudicato dall’arbitro. Si sovverte il protocollo per assennare un rigore inconcepibile”. 

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Il rigore, la maretta poi la sostituzione: Lecce-Udinese, succede di tutto

Ma non poteva certo finire qui. Al Via del Mare otto minuti di ordinaria follia: prima per un rigore alquanto dubbio, poi per la scenetta in area tra Lucca e Thuavin per decidere chi doveva calciare. Immagini da calcetto del giovedì: l’azzurro (che non aveva mai tirato un rigore in Serie A) strappa il pallone dalle mani del francese. Una scena che ha fatto immediatamente scalpore tra i compagni di squadra che hanno cercato di far ragionare il numero 17 bianconero. Ma non c’è stato verso. Dagli undici metri Lucca è stato freddissimo, battendo Falcone con un tiro forte, alto vicino all’incrocio di sinistra della porta. 

Ancor più incredibile è stato il post-realizzazione. Dopo il gol, nessuno dei compagni è andato a esultare con Lucca. Grosso lo sconforto misto a rabbia dei bianconeri, tant’è che lo stesso Thuavin aveva chiesto il cambio. Forte la decisione di Runjaic: fuori Lucca, e non Thuavin, per Iker Bravo. “Ho dovuto prendere provvedimenti – ha motivato, stizzito, il tecnico nel post gara –. Abbiamo una gerarchia chiara. Thauvin è il nostro rigorista e Lucca ha preso la decisione di calciare in autonomia”. 

Lucca e non solo: rigori scippati e imposizioni, quanti precedenti!

Ma la storia della Serie A è costellata di episodi simili a quelli di Lecce-Udinese. E non è certo un caso che scene imbarazzanti come quelle del Via del Mare si siano verificate già tante volte nel corso stella stagione 2024-2025. L’ultimo episodio – seppur non ci sia stata una vera e propria maretta in area – ha visto ciotola l’Atalanta nell’ultimo appuntamento della UEFA Champions League contro il Club Brugge. In quel caso è stato Lookman ad imporsi per calciare il rigore (sbagliandolo) a discapito di Retegui e De Ketelaere. 

Lucca

Fiorentina’s goalkeeper David De Gea saves a penalty kick of Milan’s Tammy Abraham during the Serie A Enilive 2024/2025 match between Fiorentina and Milan – Serie A Enilive at Artemio Franchi Stadium – Sport, Soccer – Florence, Italy – Sunday October 6, 2024 (Photo by Massimo Paolone/LaPresse)

C’è poi la partita più iconica dell’anno: Fiorentina-Milan dello scorso 6 ottobre. Dei due rigori concessi ai rossoneri il rigorista designato (Christian Pulisic) non ne batte neppure uno. Il primo, al minuti 44, con Theo che scippa il pallone da mano a Morata e si fa ipnotizzare da De Gea. Il secondo, con Tomori che si impossessa della palla e la consegna fra le mani di Abraham che, avvicinato da Pulisic, rimbalza il compagno in modo anche abbastanza brusco. Esito? Parato. 

Come dimenticare poi lo scontro Balotelli-Eto’o in un Palermo-Inter 2009. Anche in quel caso fu maretta con l’attaccante italiano che voleva calciare nonostante il camerunese fosse il rigorista designato. Ma la differenza in quell’occasione la fece il capitano Javier Zanetti che mise tutti d’accordo affidando il penality (realizzato egregiamente) a Samuel Eto’o. Corsi e ricorsi storici: da Lecce a Palermo passando per Firenze e Bergamo. Imposizioni, marette e bisticci stomachevoli. Gerarchie? Quelle sconosciute. Esisteva una volta il rigorista designato

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