‘Era uno di quei momenti che non si possono misurare con l’orologio, ma solo con i battiti del cuore’. E il battito di Paolo Vanoli è senza dubbio lo stesso di quello di tanti tifosi del Torino. La vittoria contro il Milan ha consegnato tre punti prestigiosi ai granata per tenersi in una posizione tranquilla di classifica.
Ma da sottolineare c’è senza dubbio la prova della squadra: grinta e determinazione. Le due chiavi che hanno permesso al Torino di trovare il successo, grazie anche a uno straordinario Milinkovic Savic. Al netto degli episodi, però, l’immagine da portarsi via dall’Olimpico Grande Torino è l’esultanza di Vanoli al fischio finale.
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Vanoli Torino (Lapresse)
Torino-Vanoli, grinta e determinazione
Vanoli è la risposta a chi si chiede cosa sia il famoso ‘Cuore Toro’. Basta osservarlo, e sentirlo, per capire cosa ci sia dentro quel sentimento tanto grande verso la squadra. Non si tratta soltanto di senso di appartenenza, ma di mettere in campo qualcosa in più, anche nelle difficoltà.
Nel corso della stagione il Torino di ostacoli ne ha dovuti superare tantissimi. Un momento di flessione fisiologico, ma sempre con una sola idea in testa: credere in ciò che si fa. Vanoli in questo ha sviluppato il suo mantra perché era, ed è, convinto di poter portare il Toro a una salvezza tranquilla e allo stesso tempo veder migliorare tantissimi giocatori (vedi Gineitis).
La vittoria contro il Milan poi, mostra tutta la grinta e la determinazione del gruppo. Una rosa costruita a immagine e somiglianza del suo allenatore: cattiva, decisa e brava a resistere anche nelle difficoltà. Senza contare l’assenza di uno dei giocatori più importanti: Duvan Zapata.
Cuore Toro, più di un sentimento
Per questo la vittoria contro il Milan assume contorni molto importanti, soprattutto se la partita la si guarda dagli occhi e dai gesti di Paolo Vanoli. Di lui colpisce la voglia di determinare dalla panchina, e non soltanto con i cambi. Ma a osservarlo si intuisce quanto lui sia dentro nella testa dei suoi giocatori.
La grinta è lui a trasmetterla dalla panchina ai suoi ragazzi. L’area tecnica diventa il suo campo, spesso troppo piccolo per arginarlo, dove percorrere chilometri per dare indicazioni a destra e sinistra. Si muove, si agita, chiama, spiega e, soprattutto, dà tranquillità quando serve. Al fischio finale poi l’esplosione di gioia è un battito all’unisono con il boato dello stadio.
L’esultanza è equiparabile a quella di una vittoria di un trofeo perché Vanoli ha abbracciato uno a uno i suoi collaboratori, ha agitato i pugni verso la Tribuna e tutti i tifosi, poi è corso in campo per salutare i suoi giocatori. In particolare Milinkovic Savic, l’abbraccio con il portiere è senza dubbio quello più forte.
Da questi particolari, però, si vede quanto un allenatore può determinare. Bravo a infondere, soprattutto ai nuovi, il vero ‘Cuore Toro’: la vittoria è importante e la mano di Vanoli c’è, ed è molto visibile. Per questo motivo la società pensa al rinnovo perché con il tecnico può avviarsi il nuovo corso (o progetto) granata.
#TorinoMilan #Vanoli #Savic che bella foto pic.twitter.com/cpYjo2TBeW
— Marco Remondino (@marcoremondino) February 22, 2025
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