Se chiedeste a un tifoso del Manchester City di scegliere un’immagine che meglio rappresenta la stagione di Kevin De Bruyne non ci sarebbero troppi dubbi. Anche perché, dal triplice fischio della sfida contro il Liverpool, quella sequenza di scatti sta facendo il giro del web. KDB prende palla da destra, supera un paio di difensori e calcia. Fin qui nulla di troppo trascendentale, se non fosse proprio per la conclusione. Il suo marchio di fabbrica, quelle perle che era solito stampare con violenza all’incrocio. Nulla di tutto questo: una ciabattata clamorosa con il pallone terminato lontanissimo dallo specchio, quasi vicino alla bandierina del calcio d’angolo.
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De Bruyne-City: i numeri di un drastico declino
Un errore che – a scanso di equivoci – poteva capitare a tutti. Anche ai migliori al mondo. Ma la domanda – guardando anche le prestazioni i De Bruyne – sorge spontanea: è ancora uno dei migliori al mondo? Fino a qualche stagione fa chiunque avrebbe risposto in modo positivo. Non poteva essere altrimenti guardando le sei Premier League vinte e la Champions sollevata in faccia all’Inter. Oggi, invece, le cose sembrano essere cambiate. A partire proprio dai numeri che testimoniano un declino, neppure chissà quanto graduale. Si è passati drasticamente dai 19 gol e 15 assist del 2021-22 alle tre reti e sei assist di quest’anno in sole 27 presenze. Nel mezzo due stagioni contrastanti: 10 gol e 29 assist nell’anno della vittoria della Champions, 25 presenze, 6 gol, 17 assist nel 2023-24.
Kevin De Bruyne (Lapresse)
Numeri naturalmente condizionati da una forma fisica quasi mai ottimale. Nelle ultime due stagioni gli infortuni sono stati una costante: il report medico parla di 195 giorni fuori tra problemi alla coscia, stiramento all’inguine e – non per ultimo – l’infortunio al bicipite femorale rimediato ai gironi di Champions contro l’Inter. Proprio dopo l’affaticamento (che lo ha confinato in infermeria per circa due mesi), il vero KDB si è visto a sprazzi. Nel 3-0 rifilato al Nottingham Forrest (gol e assist), nel tennistico 0-6 all’Ipswich Town (doppio assist) e con il gol nella (quasi) debacle di FA Cup contro il club di League One Leyton Orient.
Tre variabili: quale futuro?
Un rendimento che fa decisamente male al cuore. Ma sopratutto, che va di pari passo con la caduta libera del Manchester City. Che la peggior stagione dei citizens coincida con la peggior stagione personale di De Bruyne è più di un dettaglio. Sia per il presente, ma soprattutto in ottica futura. Nella Manchester a tinte celesti da settimane si discute della posizione del belga. E ci sono almeno due elementi che fanno pensare a un divorzio a fine stagione. Il primo – il più banale – l’età anagrafica: 34 anni che sanno di fine ciclo dopo aver vinto praticamente tutto. Il secondo – più ragionato – le ultime mosse sul mercato del club. A gennaio il City ha avviato un processo di ammodernamento da 218 milioni di euro, quanto basta per togliere ulteriore spazio (e minuti) al belga.
Kevin De Bruyne (Lapresse)
C’è poi una terza variabile: il City Group. In una hoolding che controlla altri 11 club in giro per il globo l’idea di proseguire sotto la stessa bandiera – ma con colori sociali diversi – è più che un’idea. Così com’è un’idea il trasferimento milionario in Arabia o in America. Opzioni e destinazioni che saranno oggetto di discussione a partire da giugno quando la tragica stagione del City e di De Bruyne termineranno ufficialmente. Intanto, un’altra stella si sta spegnendo: quale futuro per il belga?
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