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Serie A, il peggior tracollo economico degli ultimi vent’anni

Serie A, il peggior tracollo economico degli ultimi vent’anni: ricavi in crescita, ma costi di gestione fuori controllo e differenze abissali tra top club e squadre-medio-piccole

Serie A, il peggior tracollo economico degli ultimi vent'anni
Pallone Serie A (Lapresse)

La Serie A naviga in acque turbolente dal punto di vista economico. Seppur con qualche timido miglioramento, il sistema calcio italiano mostra ancora un quadro finanziario preoccupante, caratterizzato da una gestione costantemente in deficit e da costi strutturali elevatissimi.

L’inchiesta condotta dalla Gazzetta dello Sport sui bilanci delle società di Serie A evidenzia come le perdite complessive della stagione 2023-24 si attestino su 350 milioni di euro, in calo rispetto ai 435 milioni della stagione precedente, ma comunque tra le peggiori degli ultimi vent’anni. Questo risultato, inoltre, è stato attenuato da voci straordinarie, come le plusvalenze nette incrementate di 40 milioni e una rettifica contabile del Genoa per 56 milioni di euro.

Pallone Serie A

Pallone Serie A (Lapresse)

Grandi e squadre medio-piccole: un divario importante

Analizzando le cifre principali, emerge chiaramente la differenza tra le squadre con maggiori introiti e quelle meno strutturate dal punto di vista finanziario. I club con ricavi superiori ai 150 milioni di euro (Atalanta, Fiorentina, Inter, Juventus, Lazio, Milan, Napoli e Roma) hanno migliorato il loro bilancio complessivo, riducendo le perdite da 269 a 205 milioni di euro. Al contrario, le altre 12 squadre hanno visto peggiorare il loro saldo economico, passando da -166 a -201 milioni, escludendo l’effetto straordinario del Genoa.

Luigi De Siervo, AD Serie A (LaPresse)

Ricavi in crescita, costi fuori controllo

Nel 2023-24 il fatturato totale della Serie A ha raggiunto i 3,14 miliardi di euro, in crescita rispetto ai 3,006 miliardi della stagione precedente. Tuttavia, se si considerano esclusivamente le tre fonti di ricavo principali (diritti TV, incassi da stadio e attività commerciali), il valore è rimasto pressoché invariato a 2,7 miliardi di euro.

Il problema principale rimane il costo della gestione: le spese complessive hanno superato i 4 miliardi di euro, con gli stipendi che hanno raggiunto il livello record di 1,98 miliardi. Nonostante alcuni tentativi di contenimento, la tendenza mostra un aumento continuo, aggravato dagli elevati costi di ammortamento per i cartellini dei giocatori, che nel 2023-24 hanno toccato quota 778 milioni di euro.

Indebitamento elevato e dipendenza dagli investitori

Un altro segnale d’allarme è rappresentato dalla mole di debiti accumulati dalle società di Serie A, che nel 2023-24 hanno sfiorato i 4,7 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 4,638 miliardi dell’anno precedente. Il sistema calcio italiano continua a dipendere fortemente da finanziamenti bancari e istituti di factoring, oltre che dalle iniezioni di capitale da parte delle proprietà.

Rocco Commisso, Fiorentina

Rocco Commisso, Fiorentina

Due sole squadre, Fiorentina e Monza, risultano prive di debiti bancari, grazie al supporto diretto dei rispettivi proprietari. Il patrimonio netto aggregato della Serie A si attesta a 563 milioni di euro, una cifra ben lontana dai livelli della Bundesliga, ad esempio, il cui valore è circa tre volte superiore.

Bilanci Serie A: Top e Flop

Tra le società che hanno chiuso la stagione con un bilancio positivo spiccano Napoli (+63 milioni), Lazio (+38 milioni) e Atalanta (+12 milioni), con il Lecce che sorprendentemente ha registrato un utile di 14 milioni. Dall’altro lato, le peggiori performance economiche sono quelle della Juventus (-199 milioni), Roma (-81 milioni) e Monza (-60 milioni). Situazioni finanziarie da monitorare attentamente sono quelle del Genoa e del Verona, che presentano debiti finanziari rispettivamente di 158 e 90 milioni di euro.

John Elkann

John Elkann Lapresse

Sistema in difficoltà

L’analisi dei bilanci della Serie A per la stagione 2023-24 mostra un sistema ancora in grande difficoltà, con perdite ingenti e un indebitamento ai massimi livelli storici. Se da un lato alcuni club sono riusciti a migliorare i propri conti, dall’altro resta evidente il problema strutturale legato a costi troppo elevati rispetto ai ricavi effettivi. L’industria del calcio italiano ha ancora molta strada da fare per raggiungere una gestione finanziaria più sostenibile, riducendo la dipendenza dagli investitori esterni e lavorando su modelli di business più efficienti e solidi.

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