Le immagini di Sergio Conceiçao in versione ballerino con sigaro in bocca in quel di Ryiad sono ormai solo un vecchio ricordo. Quel clima di festa ed euforia, con il tecnico portoghese in prima linea, sono state spazzate via da un clima che si fa di settimana in settimana sempre più pesante. Non per ultima, la dura contestazione della Curva Sud in quel di Bologna, con la squadra inondata di fischi e cori che inneggiavano a tirare fuori gli attributi. Preludio di una stagione iniziata male e che potrebbe finire ancor peggio: fuori dalla Champions e quarto posto in campionato sempre più distate, l’unico obiettivo resta la Coppa Italia.
Rabbia Conceiçao: dalla quasi rissa con Calabria alla conferenza pre-Feyernood
Un premio di consolazione che – tra gli altri – difficilmente cancellerà le sfuriate delle ultime settimane di Sergio Conceiçao. Che il portoghese fosse un tipo fumantino era cosa ben nota dalle parti di Milanello. Ma, forse, non fino a questo punto. Anche perché le sfuriate (almeno quelle pubbliche) stanno diventando una costante del tecnico rossonero. Non per ultima, quella in conferenza stampa post-Bologna dove il portoghese non ha nascosto la propria rabbia. “C’è un fallo clamoroso di mano sul primo gol”, ha detto riferendosi all’azione poi realizzata da Castro. Ma non solo, perché non ha nascosto di provare un pizzico d’insofferenza nei confronti delle tante critiche. “Non arrivo dal nulla: ho quasi 100 partite in Champions League, ho vinto 13 trofei, ma tutti i giorni si divertono a parlare di me”.

Rafael Leao (Lapresse)
Ultimo tassello – più o meno morbido – di una lunga lista corposa di sfuriate dinanzi alle telecamere. La rissa quasi sfiorata con Calabria al termine di Milan-Parma con Fofana che ha dovuto fare gli straordinari per marcare stretto il proprio tecnico. Qualche giorno più tardi, lo sfogo in diretta tv prima di Como-Milan con scuse annesse perché “non mi piace fare queste interviste mezz’ora prima della partita, scusate ma è così”. E infine la conferenza stampa post-Feyenoord abbandonata dopo una manciata di secondi perché infastidito dai 15 minuti d’attesa.
Un vita fatta di sfuriate: i precedenti col Porto
Milan a parte, la storia conferma che Conceiçao non è certamente nuovo a sfuriate di questo tipo. Anche ai tempi del Porto, il classe 1974 si è reso protagonista di attacchi verbali contro i propri calciatori. Come nel post-gara di Porto-Liverpool del 2022 terminata 1-5, definita “una partita vergognosa” dal lusitano che attaccò i propri calciatori. “Anche la juniores avrebbe fatto meglio”, disse in conferenza. Ma non solo, perché gli attacchi non hanno risparmiato gli avversari, come nel caso di Paulo Sergio, tecnico del Portimonense, con cui andò faccia a faccia dopo un calcio di punizione fischiato in favore del Porto. E ancora, lo sfogo contro Mikel Arteta reo, secondo la versione di Conceiçao, di aver inalato la famiglia del portoghese.

Conceicao Milan (Lapresse)
Sorge spontanea una domanda: qual è stato l’effetto di queste sfuriate? Se al Porto i calciatori sono riusciti a recepire i messaggi del tecnico, al Milan questo non è ancora accaduto. Dietro le scrivanie è aumentato il numero di colloqui tra dirigenza e tecnico. In campo, invece, è cambiato poco o nulla. Lo dicono i dati: la rabbia del portoghese non si è trasformata in stimoli per i calciatori. Anzi, non ha fatto altro che aumentare il clima di tensione attorno a Leao e compagni con pochi acuti (il passaggio del turno di Coppa Italia contro la Roma su tutti) e tanti tonfi.
L’impressione – che sta diventando realtà col passare delle giornate – è che Conceiçao e il Milan viaggiano su due treni differenti. Il primo, fatto di rabbia, temperamento, concentrazione e voglia di dimostrare. Il secondo, impassibile e incapace di reagire. Un treno che, di questo passo, finirà inevitabilmente col deragliare. I tifosi osservano e sperano, per adesso l’effetto delle sfuriate di Conceiçao è praticamente nullo.
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