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Fiorentina, esonero Palladino? Siamo al paradosso: è la miglior squadra nell’era Commisso

In casa Fiorentina si parla ancora di esonero per Raffaele Palladino, ma il tecnico ha il maggior numero di punti dell’era Commisso

Palladino
Palladino (Lapresse)

Immaginate di tornare indietro ad inizio agosto e pensare ad un Franchi che avrebbe rumoreggiato alla miglior Fiorentina dell’era Commisso, avanti in Conference League e a sesta a -4 dalla Champions League, seppur con una partita in più.

Eppure questo sta succedendo in questi giorni nel capoluogo toscano. Certo, la Fiorentina vista ieri contro il Lecce non è stata la più bella di sempre, anzi, è stata una partita poco piacevole da guardare, impostata su continui cross da una parte e dall’altra, sfiorando a malapena il 25% se contiamo quelli riusciti.

Raffaele Palladino Fiorentina

L’esultanza della Fiorentina (Lapresse)

Detto ciò è bastato quello di Dodo per Gosens al nono minuto per riportare la Fiorentina alla vittoria dopo tre sconfitte consecutive, un gol “da quinto a quinto” per il tedesco che era abituato già anni fa con Hans Hateboer all’Atalanta.

Fiorentina, Palladino e i cambi di modulo

Quando c’era Vincenzo Italiano sulla panchina della Fiorentina ci si divertiva a contare le formazioni consecutive cambiate dall’attuale tecnico del Bologna. ora la musica è cambiata ma nemmeno di troppo. Palladino, un po’ per necessità virtù un po’ per continue idee, sta continuamente cambiando pelle alla sua squadra.

Palladino era arrivato da Monza con il suo fedele 3-4-2-1 con una difesa granitica, esterni offensivi, centrocampo tecnico e due fantasisti (tra cui il suo pupillo Colpani, ora in Viola) che ruotavano dietro l’unica punta. Un assetto tattico che a Firenze non ha potuto replicare. Allora via al valzer dei moduli.

Solo in questo 2025, Palladino ha cambiato più volte l’assetto tattico, inaugurando l’anno proprio con il famigerato 3-4-2-1 contro il Napoli nella rovinosa sconfitta per 3-0 in casa. In quel caso Sottil e Beltran supportavano Kean in avanti con due esterni molto offensivi come Dodo e Parisi, coperti da Comuzzo-Ranieri-Moreno.

Raffaele Palladino Fiorentina

Raffaele Palladino (Lapresse)

Fiorentina, i nuovi acquisti aiutano Palladino

Dall’arrivo di Folorunsho per sostituire Edoardo Bove però è cambiato tutto: l’ex Napoli e Lazio ha cominciato ad entrare subito negli schemi di Palladino come esterno sinistro nel 4-2-3-1 insieme a Gudmundsson e Colpani, con compiti simili a Monza. Dodo e Gosens arretrano a terzini con Mandragora e Adli  a metà campo. 

Ieri col Lecce altro giro altro cambio, stavolta il 3-5-2 vede l’esordio di Ndour insieme a Cataldi e Mandragora, un centrocampo molto fisico che contrastava il duo Pierret-Coulibaly, ma che non ha aiutato a livello di costruzione del gioco. Per quello probabilmente ci vorrà Fagioli, impiegato solo dalla panchina, ma ieri l’importante era solo vincere.

Mancare la quarta partita di fila sarebbe stato un grosso problema. Palladino si è affidato ai migliori uomini che aveva e ha fatto solo un cambio prima dell’80esimo ovvero lo stesso Fagioli al posto di Cataldi, per poi togliere Dodo e Pongracic per Moreno e Comuzzo fino all’ingresso di Gudmundsson.

Fiorentina, Palladino a rischio? I dati sono a suo netto favore

La cosa più paradossale di tute, che va oltre i moduli, i giocatori e le statistiche sono i punti raccolti da Palladino fino qui. Arrivati alla 27esima giornata, considerando l’intera era Commisso, il tecnico attuale vanta il maggior numero di punti:

  • 2024/2025, 45 punti
  • 2023/2024, 42 punti
  • 2022/2023, 37 punti
  • 2021/2022, 42 punti
  • 2020/2021, 29 punti
  • 2019/2020, 31 punti

Ma allora perché anche dopo risultati come il pareggio in casa della Juventus, la vittoria con l’Inter, quella contro la Lazio all’Olimpico, il 5-1 alla Roma e il 2-1 al Milan c’è ancora più di qualcuno che dopo l’1-0 al Lecce ha rumoreggiato e fischiato?

In realtà è difficile capirlo, probabilmente la mancanza di “bel gioco” e ultimamente di vittorie, ma va anche detto che prima dei tre ko di fila erano arrivate tre vittorie consecutive, tra cui Lazio e Inter. La domanda è presto fatta: cosa avrebbe potuto e dovuto fare di più Palladino?

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