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I fratelli Inzaghi, che storia! Simone a Napoli, Pippo col Pisa: in palio scudetto e Serie A

Un weekend con i fratelli Inzaghi protagonisti: Simone con la sua Inter sfiderà il Napoli nel match scudetto; scontro al vertice in Serie B tra il Sassuolo e il Pisa di Super Pippo

Simone Inzaghi (Inter) e Filippo Inzaghi (Pisa) - Lapresse

La storia di Caino e Abele ha segnato l’immaginario collettivo con il dramma della rivalità fraterna. Ma non  sempre è stato così. Un esempio calzante è quello degli Inzaghi, uniti da un legame di sangue, di passione, di rispetto, di stima reciproca. Un rapporto che non si spezza, nemmeno quando il pallone oggi pomeriggio rotolerà lontano, a oltre 600 km di distanza.

Napoli-Inter e Sassuolo-Pisa non saranno decisive, ma potrebbero recitare un ruolo importante nella corsa allo scudetto e alla promozione in massima serie. Se i nerazzurri dovessero riuscire ad espugnare il Maradona e i toscani fare altrettanto al Mapei Stadium, i fratelli Inzaghi incanalerebbero i rispettivi sogni sui binari giusti.

“L’ossessione per il calcio”

“Il calcio non è solo un lavoro, ma una passione che si trasforma in ossessione”, afferma Francesco Pietrella, collega de La Gazzetta dello Sport e autore del libro “Gli Inzaghi, Fratelli nel Pallone”, che ripercorre la vita intrecciata dentro e fuori dal campo di Simone e Filippo.

Simone Inzaghi Inter

Simone Inzaghi / LaPresse

I fratelli Inzaghi vivono il calcio con un‘intensità straordinaria, che si riflette nel loro modo di affrontare le partite. Entrambi, da allenatori, mostrano un’attitudine maniacale, immergendosi completamente nella gestione della squadra: Simone si trasforma in panchina, vive la partita con scariche di adrenalina continue”.

Filippo mantiene abitudini simili a quelle da calciatore, ma condivide con l’attuale allenatore dell’Inter questo atteggiamento viscerale: Un episodio emblematico risale ai tempi della Reggina, quando esultò come faceva da calciatore dopo un gol decisivo. La transizione dal campo alla panchina ha accentuato il loro perfezionismo e la loro memoria visiva, che permette loro di ricordare dettagli di ogni partita”.

Pisa

Filippo Inzaghi (Lapresse)

Il peso delle sconfitte

“La vittoria è un attimo di gioia, la sconfitta un’ossessione che dura giorni”. Il modo di vivere la sconfitta differenzia i due fratelli: “Filippo la prendeva in modo molto personale già da giocatore, specialmente quando non riusciva a segnare, indipendentemente dall’esito della squadra. Simone, invece, ha dovuto affrontare il peso di grandi aspettative”. Ancora oggi la scudetto perso dall’Inter contro il Milan di Pioli è un evento che pesa nel giudizio dei media.

A volte però, è necessario perdere per poter vincere“Entrambi analizzano meticolosamente le sconfitte, cercando di ricostruire ogni dettaglio per migliorare. Nessuno dei due accetta la sconfitta con leggerezza, ed è proprio questa mentalità che li ha portati ad essere allenatori di successo”.

Esultanza del Pisa (Lapresse)

La Serie B, l’isola felice di Filippo

“Non sempre il talento porta al successo, a volte è il contesto a fare la differenza”. Filippo ha trovato nella Serie B il suo habitat naturale, riuscendo a ottenere ottimi risultati con diverse squadre. Le esperienze in Serie A, invece, non hanno portato i risultati sperati: “Con il Milan è arrivato decimo, anche se c’erano tanti problemi in quella squadra, non fu soltanto colpa sua; con il Bologna l’esperienza è stata fallimentare, mentre il Benevento, nonostante un buon avvio, è retrocesso“.

Invece nel torneo cadetto: “Ha dimostrato di saper costruire squadre competitive, come accaduto con il Venezia, dove fece un miracolo nonostante diversi calciatori provenienti dalla Serie C,  a Brescia nonostante l’esonero. Il suo talento nel creare gruppi coesi e vincenti lo ha reso un punto di riferimento nella categoria”.

Simone, un allenatore destinato al successo

Nessuno si aspettava che Simone diventasse un grande allenatore, e invece ha sorpreso tutti”. La carriera da giocatore di Simone faceva pensare a tutt’altro: “Non lasciava presagire un futuro così brillante, ma con il tempo ha saputo dimostrare di essere uno dei migliori allenatori italiani. Il suo lavoro con la Lazio e poi con l’Inter lo ha consacrato”.

Napoli-Inter

Esultanza Inter (Lapresse)

I punti di forza: “Il rendimento dei giocatori sotto la guida di Inzaghi è nettamente migliorato, ed è proprio questa la sua grande qualità, saper creare connessioni tra i giocatori. Basta guardare Lautaro Martínez, che è sempre stato un grande attaccante, ma con lui ha raggiunto il massimo livello. Barella, il suo punto di riferimento, ha cambiato ruolo a centrocampo, ha dato un contributo importante a Mkhitaryan e ha offerto anche ad Acerbi una nuova prospettiva di carriera. Ha saputo valorizzare anche Milinkovic-Savic e Immobile alla Lazio, che erano già buoni giocatori, ma sono diventati eccellenti sotto la sua gestione”.

La visione di Inzaghi: “Simone ha dimostrato di avere una visione chiara del gioco, capace di costruire squadre competitive e dare identità alle sue formazioni. Il suo approccio meticoloso e la capacità di valorizzare i giocatori lo rendono un allenatore di primo livello“.

Simone Inzaghi, ai tempi in cui allenava la Lazio (Lapresse)

I fratelli Inzaghi, che storia!

“Non si vede, ma c’è ed è fortissimo”. Il rapporto tra Filippo e Simone è basato su un profondo rispetto e supporto reciproco: “Nonostante le loro carriere si siano sviluppate in modo differente, non è mai esistita invidia tra di loro. I gesti di affetto e vicinanza sono stati costanti nel tempo, come quando Filippo era presente per la prima partita di Simone all’Olimpico con la Lazio”.

E viceversa:Quando il Milan giocò la Champions League ad Atene col Liverpool e Filippo fece doppietta, Simone che non attraversava un grande momento, aveva problemi alla schiena, era presente insieme a tutta la famiglia“.

Filippo Inzaghi, ai tempi del Milan quando segnò una doppietta nella finale di Champions League 2006-2007 contro il Liverpool (Lapresse)

“L’uno vive le vittorie dell’altro in maniera positiva”. Pur avendo avuto destini diversi, il loro legame rimane saldo, dimostrando che la famiglia viene sempre prima di tutto. A tal proposito è interessante come la vivono i genitori: “Di solito non vanno a vederli, rimangono a casa; uno la guarda al piano di sopra, l’altro al piano di sotto“.

Filippo precederà Simone sul terreno di gioco (17:15). Al duplice fischio sul suolo emiliano, seguirà il calcio d’inizio sul terreno di gioco partenopeo. Un’Italia divisa tra due battaglie, ma con un unico filo conduttore: quello di due fratelli che, lontani ma uniti, proveranno a scrivere l’ennesimo capitolo vincente della propria storia.

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