“Non avete idea di quanto giocò bene quell’anno”, ha scritto Hummels sui social. A chi si è riferito? A un bomber mascherato, diventato ora un centrocampista di corsa e qualità. In una parola: Mkhitaryan. Forse per la Generazione Alpha può essere una provocazione o una presa in giro, ma c’è stato un periodo in cui l’armeno era il pericolo numero uno delle difese della Bundesliga.
LA GIORNATA DEI FRATELLI INZAGHI
Mkhitaryan e la stagione da bomber
Mani alle orecchie e urla sotto il “Muro Giallo”, una scena che nella stagione 2015/2016 si è rivista tante volte. Era il Borussia Dortmund di Reus, Aumbameyang e un giovanissimo Pulisic. L’epilogo finale del campionato fu sempre lo stesso, con il Bayern Monaco ad alzare il Meisterschale.
Ma gli indemoniati giovani talenti sotto la guida di Tuchel fecero delle partite talmente belle da rimanere per lungo tempo nell’algoritmo di YouTube. E Mkhitaryan si prese la scena con 23 gol e 32 assist, numeri da capogiro, pensando all’attuale ruolo del centrocampista nell’Inter.
Inter, ti serve il vecchio Mkhi?
L’armeno è una delle certezze di Inzaghi, è impossibile toglierlo dal campo. I gol però sono solo vecchi ricordi, in stagione ne ha realizzato solo uno contro la Juventus, oltre a quattro assist. Tante belle prestazioni, media-voto da “Cuoricini” per restare in tema Sanremo, ma poche esultanze.
E la ‘Balorda Nostalgia’ riporta alla mente la stagione al Borussia Dortmund. Cosa è cambiato? Qualche anno in più sulla carta d’identità e uno stile di gioco diverso. Già alla Roma è iniziata la rivoluzione del pensiero dell’armeno, che poco a poco ha fatto passi indietro nel campo. Più lontano dalla porta, ma più efficace.
Una mezz’ala di costruzione, ma anche di tanta corsa. Ma ora all’Inter potrebbe tornare utile qualche soluzione “tucheliana”. Il cambio modulo a partita in corso è al centro del dibattito e chissà se potrà variare anche la posizione di Mkhitaryan. La mancanza del gol non sembra pesargli. E per sentirsi di nuovo “ingiocabile” forse ha bisogno di ritrovare il feeling con le porte avversarie.
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