Era da un po’ di anni che il mondo del calcio non faceva i conti con una squalifica come quella di Paulo Fonseca. Dopo il testa a testa con l’arbitro Benoit Millot nell’ultima sfida contro il Brest, la commissione di disciplina della federazione francese ha inflitto una sanzione esemplare nei confronti l’ex tecnico del Milan, oggi al Lione. Rischiava sette mesi, gliene sono stati inflitti nove. Tradotto: lontano dalla panchina fino al prossimo 30 novembre con un’aggiunta particolare. Il tecnico portoghese non potrà neppure accedere allo spogliatoio, al terreno di gioco, al tunnel e a tutti i corridoi che conducono alle zone sopra menzionate fino al 15 settembre.
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Kateryna Fonseca: “Serve una giustizia onesta, non un’esecuzione pubblica“
Una punizione esemplare che per una situazione- si legge nella testimonianza dell’arbitro – che “è degenerata in un vero e proprio atteggiamento intimidatorio”. A nulla sono servite le scuse del tecnico (intervenuto nel post-gara) e della difesa dinanzi al consiglio disciplinare: la Federazione è stata irremovibile, stabilendo la fine anticipata della stagione del portoghese. Una decisione che ha mandato su tutte le furie la moglie di Fonseca, Kateryna, che si è sfogata sui social. “Nove mesi di squalifica per qualche secondo di urla? Una decisione folle, assurda e senza precedenti. Serve una giustizia onesta, non un’esecuzione pubblica”.
Meanwhile let’s check in on Paulo Fonseca over in France pic.twitter.com/pSMhYd6sDQ
— Matteo Bonetti (@Bonetti) March 2, 2025
Da Tonali-Fagioli a Maradona-Cantona: le squalifiche più iconiche (e severe) della storia
Una squalifica pesantissima che, come detto, mancava da un po’. Casi relativamente attuali sono state le squalifiche di Sandro Tonali (10 mesi) e Nicolò Fagioli (sette) per il caso scommesse. Ma la storia del calcio è piena zeppa di provvedimenti di questo tipo. Iconica la sanzione inflitta a Roberto Rojas – nel 1989 portiere del San Paolo – squalificato a vita per aver simulato di un infortunio al viso (fece crede di esser stai colpito da un bengala, in realtà si era ferito da solo con un rasoio nascosto dentro un guanto), nel tentativo di ottenere la vittoria a tavolino.

Sandro Tonali (Lapresse)
Indimenticabile (si fa per dire) la squalifica inflitta a Eric Cantona nel 1995 in occasione di Manchester United-Crystal Palace. Una scena iconica con l’attaccante francese che scavalcò i tabelloni pubblicitari e colpì un tifoso (che lo aveva deriso dopo l’espulsione) con un calcio volante più vicino al kung fu che al calcio. La sanzione fu pesantissima: nove mesi di squalifica, una multa da 20mila sterline e l’obbligo di svolgere 120 ore ai servizi sociali. Memorabili i sette mesi di squalifica inflitti a David Navarro del Valencia per aver rifilato un gancio a Nicolás Burdisso dell’Inter, fratturandogli il setto nasale. Qualche anno più tardi, il morso di Suarez ai danni di Chiellini al Mondiale 2014 valso quattro mesi di squalifica. E, infine, la doppia squalifica – prima nel 1991, poi al Mondiale USA 1994 – a Diego Armando Maradona in entrambi i casi risultato positivo all’antidoping.
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