Non conta l’anagrafe, quando voli tra un palo e l’altro come un ragazzino. Szczesny al Barcellona lo sta dimostrando e contro il Benfica ha messo per l’ennesima volta le mani sulla vittoria, tra la nebbia del da Luz. È arrivato nel mondo blaugrana in punta di piedi, senza chiedere nulla e con la valigia appena disfatta dalle vacanze. Ha convinto Flick senza pretendere, con il suo modo di fare maturo e da campione. Ha saputo aspettare e ora si è impossessato del posto da titolare, dando ai suoi compagni di squadra la stessa sicurezza che dava Ter Stegen.
Riecco Tek, muro Barcellona
In Champions League è stata la notte dei portieri. Da Alisson a Szczesny, gli attaccanti avversari non hanno vissuto novanta minuti sereni. “Il portiere deve parare”, una filosofia semplice, ma che in alcuni spogliatoi si è persa. La costruzione è fondamentale nel calcio moderno, ma avere un numero uno che dà sicurezza e incute timore agli avversari lo è ancora di più. Altrimenti non avremmo avuto Buffon, Cech, Khan e tanti altri. La lista è lunga e l’equilibrio è sempre la parola chiave. Ci sono portieri che indossano un mantello e diventano dei supereroi, come il polacco ex Juve, che tra i pali per tutti è Tek. Miracoli, serietà e anche qualche sorriso, un uomo spogliatoio che può aiutare i giovani ragazzi del Barcellona.
Since the 2016/17 there has only been three occasions in Champions League knockout games where a team has failed to score after having 25+ shots… two of them happened in the SAME NIGHT 🤯
Wojciech Szczęsny and Alisson, take a bow 👏🧤 pic.twitter.com/iVcZsVepdZ
— OneFootball (@OneFootball) March 5, 2025
Pedri-Szczesny e il premio Mvp
Quando in uno spogliatoio si respira aria serena, si capisce anche dall’ufficio facce. In questo momento il Barcellona vive su un mondo tranquillo, lontano da liti o invidie. Chiedete pure a Pedri, che a fine partita ha deciso di regalare il premio MVP a Szczesny. Quasi un atto dovuto dopo otto parate, alcune delle quali decisive. Il polacco si è subito integrato e si sa far volere bene. Certo, se poi parli tutte le lingue del mondo hai qualche vantaggio in più. L’ex Juve ha anche questo valore, non si nasconde, ci mette la faccia senza veli. Dice le cose come stanno.
Szczęsny pic.twitter.com/ycTQHNgYc2
— FC Barcelona (@FCBarcelona_es) March 5, 2025
Szczesny-Juve, obbligo o rimpianto?
Non sapremo mai cosa ha portato la Juventus e Szczesny a separarsi. Il portiere ha raccontato la sua storia, poco prima di ufficializzare il suo “falso ritiro”, ma potrebbe esserci dei dettagli che conoscono solo loro che hanno vissuto da protagonisti la vicenda. Ha appeso i guanti al chiodo solo per qualche settimana, ma ora è felice: “Qui ho trovato l’emozione di giocare”. Ed è stato difficile, dopo aver salutato tutti e aver preso anche l’applauso dello Stadium prima della partita con la Roma. Ma il polacco non ha di certo dimenticato il suo passato: “Sono rimasto molto deluso dall’eliminazione in Champions e Coppa Italia, è stato un momento difficile. Essendo un tifoso, però credo nel progetto di Thiago Motta“. Il suo cuore batte ancora per la Vecchia Signora. Di Gregorio di certo non sta facendo male, anche se ancora è un portiere senza mantello. E la domanda dei tifosi allora sorge spontanea: c’era bisogno di cambiare?
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