Il calcio italiano è ripiombato nella violenza: è questo il quadro che si staglia all’orizzonte dopo i tanti episodi di disordine pubblico registrati negli ultimi mesi. Tafferugli, agguati e tensione stanno accomunando – seppur, fortunatamente, in maniera diversa – tutti i campionati italiani. Dalla Serie A alla D, quasi ogni domenica si registrano episodi di violenza che vedono coinvolte frange di facinorosi il cui unico obiettivo è destabilizzare l’ambiente e creare caos per una semplice partita di calcio.
Fasano-Brindisi, solo l’ultimo episodio di violenza nel calcio italiano
L’ultimo episodio di violenza dentro e fuori dagli stadi è stato registrato proprio nell’ultimo week-end. Un pomeriggio di assoluta follia ha fatto da cornice a Fasano-Brindisi, gara valevole per la 27esima giornata del Girone H di Serie D. Prima la tensione all’interno del Vito Curlo con la partita (termina 2-0 in favore dei padroni di casa) sospesa al 35’ della ripresa per via di un fitto lancio di oggetti dalla gradinata destinata ai sostenitori del Brindisi. Mezzora circa di stop, con il clima sugli spalti che è diventato sempre più incandescente (è stato appiccato un incendio nel settore ospiti) tanto da costringere il direttore di gara a fischiare tre volte e a decretare la fine anticipata dell’incontro.

Disordini in Fasano-Brindisi (Screen)
Ma la follia non è certo finita qui. Secondo le prime ricostruzioni, dopo il triplice fischio gli ultras brindisini avrebbero sfondato il cancello del settore ospiti e si sarebbero riversati nelle strade antistanti lo stadio. Da qui lo scontro fisico con i rivali del Fasano: a farne le spese, un ultrà – svenuto nel corso della colluttazione – svenuto dopo esser stato colpito ripetutamente con calci e pugni. Scene di ordinaria follia cui, purtroppo, il calcio italiano non è nuovo.
Treni assaltati e agguati: tutti i momenti di tensione degli ultimi mesi
Negli ultimi mesi sono stati tanti gli episodi di violenza: sempre in Serie D, lo scorso 26 gennaio, gli ultrà di L’Aquila e Sambenedette hanno fatto irruzione in campo, venendo allo scontro fisico dopo il triplice fischio. Il giorno seguente: l’agguato degli ultrà della Juve Stabia al treno della Circumvesuviana su cui erano a bordo i tifosi del Sorrento. E ancora: l’agguato dei tifosi della Nocerina ai danni dei supporters della Cavese di ritorno dalla trasferta di Avellino dello scorso 19 gennaio.
Scene raccapriccianti che coinvolgono anche tifoserie di Serie A. Non per ultimi, gli scontri dopo Udinese-Venezia alla stazione di Basiliano che ha portato al fermo di otto persone, tra cui diversi supporters del Salisburgo (gemellati con i nerazzurri). Immagini che non fanno bene al calcio e che fanno venire subito in mente le scene del 3 maggio 2014. A quella finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina a cui Ciro Esposito non potè mai assistere perché vittima di un agguato. “Via la violenza dagli stadi” quante volte è stata ripetuta questa frase. Intanto: tafferugli, agguati e disordini sono all’ordine del giorno: il calcio italiano ripiomba nella violenza.
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